Strage di Campello sul Clitunno: dopo 10 anni si continua a morire di lavoro.
Esattamente 10 anni fa a Campello sul Clitunno, Giuseppe Coletti, Tullio Mottini, Vladimir Todhe e Maurizio Manili persero la vita nella strage della Umbria Olii. Seguì il processo che ha percorso tutti i gradi di giudizio, dalla condanna inflitta dal tribunale di Spoleto nel 2011 al titolare Del Papa (per omicidio colposo), condanna poi rideterminata in 2° grado a 5 anni e poi confermata in Cassazione il 4 giugno 2015. A 10 anni da quel tragico rogo che suscitò l’attenzione e l'indignazione dell’opinione pubblica regionale e nazionale, che successivamente portò ad una manifestazione regionale a Bastia Umbra con i segretari generali nazionali di Cgil-Cisl-Uil, è opportuno interrogarsi a che punto siamo in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Purtroppo il bilancio è ancora oggi negativo. L'Inail ha evidenziato che a settembre 2016 in Umbria gli infortuni sono 8441 contro gli 8179 dei primi mesi del 2015mentre dopo il recentissimo incidente mortale di Bastia Umbra i morti sul lavoro sono 20. Facendo riferimento al dato definitivo del 2015, l’Umbria continua purtroppo a detenere un triste primato, secondo solo al Molise, di infortuni mortali, con un indice del 61,4% rispetto alla media nazionale di 35,15 (dati Vega). Le morti bianche nella regione a fine 2015 erano il 2,8% del totale nazionale rispetto ad una popolazione che rappresenta l'1,4% del totale. (dati Osservatorio Nazionale di Bologna di Carlo Soricelli). Nel 2016 la situazione risulta essere leggermente e relativamente meno grave essendo per il momento l’Umbria la 5° regione per incidenza. Come uscirne? Sicuramente ridando valore e dignità al lavoro che non puo’ essere considerato come una merce. Da questo punto di vista l’introduzione del Jobs Act e il dilagare dei voucher (oltre 20mila lavoratori interessati in Umbria) ha introdotto ulteriori elementi di indebolimento delle tutele dei lavoratori, anche in materia di sicurezza. In sostanza bisogna rimettere in pratica principi antichi ma sempre attuali che sono spesso rimasti sulla carta. La sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere messa, a tutti i livelli, tra le priorità dell’agenda politica e istituzionale, al fine di far crescere nelle pratiche, informazioni e cultura della prevenzione, il rispetto delle norme antinfortunistiche ed il potenziamento dei sistemi di controllo. Questa è l’unica modernità che possiamo accettare e che ci consente di ricordare degnamente la strage di Campello sul Clitunno. Mario Bravi, Presidente Istituto Ricerche Economiche e Sociali della Cgil Umbria
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