di Alfonso Gianni.

La sua è stata una strenua resistenza contro la malattia, ma non poteva vincerla. Affrontarla con grande dignità sì, e lo ha fatto. Ricordo uno dei suoi ultimi interventi in un dibattito, nel quale elogiava il funzionamento e la professionalità degli operatori del servizio sanitario pubblico. L'autore del "terribile diritto" il suo celebre libro sulla proprietà privata non poteva certamente fare venire meno la propria coerenza neppure in momenti estremi. Se ne va un gigante del pensiero giuridico italiano ed europeo. Un uomo di sinistra. Che in tutta la sua vita, all'altissimo livello che le sue capacità intellettuali e gli studi meticolosi gli avevano consentito di raggiungere, ha servito lo Stato democratico, anche quando pareva potesse venire meno, e il suo popolo, nel nome della Costituzione. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di frequentarlo, di leggere suoi libri e gli innumerevoli articoli, di imparare da lui. Ci siamo conosciuti nel 1979, entrambi neoeletti. Lui era tra i principali deputati della Sinistra Indipendente della Camera, e da quella posizione sapeva influenzare le prese di posizione di tutta la sinistra d'allora, compreso il Pci. I suoi discorsi parlamentari hanno lasciato il segno ed erano oggetto della massima attenzione da parte dell'intero parlamento, avversari compresi. Caro Stefano ti porto con me. Hai contribuito, tra mille cose che hai fatto, anche a determinare quello che sono diventato. Un debito che non potrò mai estinguere.

Foto di Niccolò Caranti - Commons, CC BY-SA 3.0.

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