LA STAZIONE DI CRETI di Giuliano Granocchia
QUANDO UN NO deve diventare UN GRANDE SI per lo SVILUPPO e il futuro DELL’UMBRIA: ALCUNI DATI SULLA STAZIONE DI CRETI
Prendo spunto dal resoconto riportato da Umbria7 per intervenire sul tema dell’annoso problema del sistema ferroviario umbro.
Il resoconto riporta il dibattito promosso da Confindustria Umbria tra le due candidate alla presidenza della Regione. Si legge che Stefania Proietti avrebbe detto troppi NO ad alcune scelte effettuate dalla Regione
Tra i NO riportati uno riguarda un tema molto poco trattato in questa campagna elettorale e che invece meriterebbe una grandissima attenzione per far capire agli elettori la posta in gioco: la realizzazione della stazione dell’Alta Velocità media Etruria in località Creti.
In questo intervento mi occuperò di questo coraggioso e tecnicamente ineccepibile cosiddetto No, cercando di far capire a tutti perché non si tratta di un NO ad un’opera, fatta credere importantissima, desiderata dagli Umbri financo dai Toscani, per il superamento dell’isolamento ferroviario dell’Umbria, ma invece si tratta di un grande SI ad un’altra idea in grado di realizzare una prospettiva, per ridare all’Umbria l’ultima occasione per rompere il suo atavico isolamento ferroviario; di come la Stazione di Creti non romperebbe nessun isolamento ma sarebbe invece il colpo di grazia per l’Umbria riportandola indietro di un secolo. Di come questa incredibile stazione in mezzo al nulla vede contrarie anche gran parte delle amministrazioni toscane (basta una semplice ricerca su internet).
Vediamolo.
Da anni viene data come soluzione la realizzazione di una nuova stazione, definita Media Etruria, oggi localizzata a Creti. Creti è un piccolo agglomerato di appena 68 anime nel Comune di Cortona senza nessun collegamento intermodale, con strade secondarie di collegamento senza ferrovia, che richiede un tempo di percorrenza da Perugia di circa 60 minuti, da Assisi90 minuti, da Foligno110 minuti e da Spoleto 130 minuti, (in condizioni di scarso traffico) per non parlare dell’Eugubino-Gualdese. Trasferiamo questi chilometri sui costi di un’auto e avremoda Perugia a Creti un costo che va dai 30 ai 40 euro per A/R. Nella foto la vista da Google di Creti. Se si cerca Creti su Google troverete bellissimi agriturismi e foto altrettanto belle della sua campagna. Niente di più.
La prima domanda, quindi, è: come si può dire che una stazione dell’alta velocità sperduta in mezzo alla splendida campagna toscana, ed a circa un’ora da Perugia può rompere l’isolamento dell’Umbria per l’alta velocità? A meno che ci siano logiche di altra natura che sfuggono agli ignari Umbri.
Seconda questione: uno può pensare che si, Creti è fuori dall’Umbria e lontano dalla città capoluogo, ma poi il percorso attraverserà l’Umbria e magari verrà fuori una qualche fermata in questa terra di San Francesco e Capitini. Nulla di tutto questo anzi, con la realizzazione della Medioetruria, l’Umbria e il suo Capoluogo perderanno l’unica possibilità di agganciarsi all’AV come oggi avviene e faticosamente conquistato anche se parzialmente. Per rispondere a questa domanda nulla di più chiaro di una rappresentazione grafica del percorso dell’alta velocità dopo la famosa stazione di campagna. Il tracciato tratteggiato indica dove esattamente passerà la linea: a meno che non si pensi di ridisegnare i confini amministrativi della regione l’Umbria che verrebbe totalmente bypassata e non attraversata, come invece ne avrebbe diritto a pieno titolo per centralità,storia,cultura, chiamata cuore verde d’Italia.
Con la stazione di Creti quindi quali i vantaggi per l’Umbria? Quale isolamento storico verrebbe rotto? Come aiuterebbe l’economia regionale che dell’isolamento soffre? Come potrà contribuire questa devastante scelta in terra Toscana allo sviluppo e potenziamento dell’Aeroporto S. Francesco D’Assisi, come la direttiva Europea impone?
Domande che poniamo e che fanno capire come sia assolutamente azzeccato il NO che la candidata Presidente Stefania Proietti ha detto ad un’opera inutile quanto dannosa per l’Umbria, non partecipata, e non voluta dagli Umbri e da tantissimi amministratori toscani.
Ritenere inutile e dannosa una grande opera non significa dire un semplice NO, ma ragionare per dire SI alle vere necessità della regione anche in virtù di quel tanto sbandierato rapporto costi-benefici utilizzato a proprio piacimento.
Ritengo quindi che temi di tale importanza vadano affrontati senza pregiudizi, ne campanilismi, senza mettere di fronte a scelte irreversibili le comunità locali e che invece ci sia forza, coraggio e lungimiranza per decidere nella giusta maniera nei lavori del nuovo Consiglio regionale le scelte migliori per il futuro della nostra Regione e delle future generazioni, nella consapevolezza che l’Umbria su questi temi non può permettersi errori perché ne va del suo futuro economico, industriale e turistico.
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