di Carlo Sandri

ROMA - Politica Almalaurea e Svimez: solo il 3,8 dei laureati non è disponibile al trasferimento. Una indagine elaborata dall’Isfol con il dipartimento demografico della Sapienza di Roma indica che il 72% dei giovani fra i 20 e i 34 anni è disponibile a spostarsi pur di trovare lavoro, il 17% non ha problemi a trasferirsi in un altro paese europeo e il 10% è pronto a cambiare continente

Einaudi diceva che per governare bisogna conoscere. E per Andrea Cammelli, direttore di Almalaurea, affermare che “i giovani tendono all’immobilismo è un errore smentito dalle cifre. Non è poggiando su vecchi luoghi comuni che troveremo la strada per uscire dalla crisi”. “Dire che i giovani vogliono starsene con papà e mamma è un luogo comune – afferma Luca Bianchi, vicedirettore dello Svimez – in realtà c’è una grande disponibilità sia a muoversi che ad accettare occupazioni non corrispondenti al titolo di studio. E’ vero che negli ultimi mesi in fenomeno si è ridimensionato: fra il 2008 e il 2010 ci sono state 15 mila migrazioni in meno, ma questo è un effetto della crisi”. Lo Svimez è uno dei più qualificati Istituto di studio, una voce fra le più autorevoli sui problemi dello sviluppo del Mezzogiorno. Alma Laurea è un consorzio interuniversitario, un ponte fra università e mondo del lavoro.. I ministri Fornero e Cancellieri, lo stesso Monti, dovrebbero conoscere bene il ruolo che sta svolgendo, la serietà delle ricerche sul rapporto studenti-lavoro. La stessa Fornero, insieme al ministro Profumo concluderà un importante convegno che si terrà a Roma, Università La Sapienza, il prossimo 8 marzo, nel corso del quale verrà presentata la XIV indagine sulla condizione occupazionale dei laureati realizzata da Almalaurea.
Solo il 3,8 dei laureati non è disponibile al trasferimento Insomma siamo in piena ufficialità, e ciò che afferma il direttore del Consorzio dovrebbe far riflettere non solo il presidente del Consiglio, ministri vari che prima lanciano il sasso e poi ritirano la mano come hanno fatto prima Fornero e poi Cancellieri, ma anche autorevoli esponenti del Pdl, che ne prendono le difese, certo dicendo che talune parole sono sbagliate ma la sostanza del posto fisso, dei giovani che non si staccano dalle gonne della madre rimane. Sono i numeri di indagini che proprio in questi giorni vengono rese note a smentire il governo che ormai sembra avere solo due obiettivi, due ossessioni, il posto fisso e l’articolo 18. Almalaurea certifica nella sua indagine che solo il 3,8 per cento dei laureati italiani non è disponibile a trasferimenti. Ad un anno dalla tesi, i laureati meridionali lavorano a 214 chilometri di distanza media dal comune di nascita. E’ alta anche la media nazionale (88 Km). La disponibilità a spostarsi aumenta all’aumentare del reddito della famiglia di provenienza. “E’ interessante quest’ultimo dato perché significa che spesso il salario, lo stipendio che dir si voglia, non consente al giovane di mantenersi senza l’aiuto dei genitori: Anche perché spesso si tratta, comunque, di lavoro precario. Poi si torna a casa. Una indagine elaborata dall’Isfol con il dipartimento demografico della Sapienza di Roma indica che il 72% dei giovani fra i 20 e i 34 anni è disponibile a spostarsi pur di trovare lavoro, il 17% non ha problemi a trasferirsi in un altro paese europeo e il 10% è pronto a cambiare continente.

I dati resi noti da Isfol, Svimez, Istat, Almalaurea Una conferma dell’indagine Isfol viene dai dati dello Svimez, dell’Istat e dello stesso Almalaurea. Le resistenze a cambiare città o regione sono basse, in particolare in presenza di un titolo di studio elevato. Il cambio di mentalità – emerge dalle in chieste è generalizzato, riguarda sia il Nord che il Sud, sia gli uomini che le donne. Lo Svimez rende noto che nel l 2010, 250 mila persone si sono spostate dalle regioni meridionali ad altre aree del Paese. Di queste 114 mila hanno effettuato il cambio di residenza (erano 70 mila solo a metà degli anni 90) e 134 mila si sono attrezzati con la mobilità a lungo raggio e il pendolarismo. Sempre dati Svimez nel 2010,, quasi 60 mila laureati si sono spostati dal Sud a Nord per motivi di lavoro (oltre 18 mila con cambio di residenza) e 1.200 sono “fuggiti” all’estero.Dal 1990 al 2005, dati Banca d’Italia, il passaggio dal Sud al Nord ha coinvolto due milioni di persone.. Per quanto riguarda le donne nel 2009, prendendo in considerazione i titoli di studio medio-alti (diploma e laurea), il 54,6 per cento degli spostamenti per lavoro da Sud a Nord è dovuto a loro . Si spiega così, in parte ovviamente, il crollo delle nascite nelle regioni meridionali. Fra le laureate, dato nazionale di Almalaurea, solo il 4,9 per cento delle ragazze non è disponibile a spostarsi.

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