di Paolo Fratini

PERUGIA - Dall’analisi effettuata sui bilanci delle società di capitali umbre nel triennio 2008 – 2010 emergono pur in una situazione complessiva di crisi, degli elementi positivi che devono essere colti per dare alle imprese fiducia per la fase di uscita dalla crisi.
Dopo aver provveduto ad effettuare un’analisi della frequenza della distribuzione delle imprese per settore ed area geografica nelle tre annualità considerate, che ha messo in luce come in Umbria i settori che accolgono un maggior numero di imprese in entrambe le province sono quelli del “Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli”, quello delle “Attività manifatturiere” ed infine quello delle “Costruzioni” ed aver altresì evidenziato che trattasi soprattutto di imprese di piccole dimensioni essendo comprese per oltre il 70% nella classe fino a 5 addetti, si è poi proceduto ad analizzare varie grandezze di bilancio.

Il risultato a livello aggregato più interessante emerso in questa sezione del lavoro, è riconducibile alla ripresa, rispetto al picco negativo del 2009, del risultato d’esercizio aggregato.
Nello specifico gli utili aggregati delle imprese umbre ricominciano a crescere passando da un valore complessivamente negativo per il 2009 ad oltre 122 milioni di Euro nel 2010.
Analoghe considerazioni possono essere fatte circa il valore aggiunto, dove si assiste anche in questo caso ad un aumento seppure più modesto tra il 2009 ed il 2010.
Per quanto concerne le altre grandezze oggetto dello studio, la tendenza sembra essere quella alla stabilizzazione del valore della produzione e del patrimonio netto sui livelli del 2009, lasciando intravvedere, soprattutto con riferimento al valore della produzione, un allentamento della morsa della crisi per una successiva ripresa della stessa.
Nella quarta e nella quinta parte dello studio, consultabile a giorni sul sito www.umbria.camcom.it, si sono elaborati per i settori nella loro interezza (quarta parte) e a livello di divisone (quinta parte, solo su alcune attività significative per l’economia regionale) i principali indici di bilancio (tra i quali: ROE,ROI, Indici di disponibilità, Debiti/Patrimonio Netto, indici produttività del lavoro).
Il fine di questa analisi è stato quello di costruire un quadro d’insieme della situazione patrimoniale, finanziaria e reddituale delle società di capitali in Umbria.

In particolare si può notare, con riferimento ai settori “Attività manifatturiere” e “Costruzioni”, come il ROE sia caratterizzato da una ripresa dal 2009 al 2010 a prescindere dalla classe dimensionale di appartenenza. L’indice ROI, con riferimento ai settori “Attività manifatturiere”, “Costruzioni” e “Commercio al dettaglio ed all’ingrosso; riparazione di autoveicoli e motocicli”, registra una diminuzione del valore abbastanza generalizzata confrontando i dati ottenuti al 2008 rispetto a quelli registrati al 2010.
Circa la struttura finanziaria delle imprese facenti parte dei suddetti settori si ottengono dei risultati apparentemente migliori, dove l’equilibrio che sembra esserci tra fonti ed impieghi di breve periodo è determinato dalla presenza di crediti in attivo alcuni dei quali di difficile esigibilità. Con riferimento all’indice debiti su patrimonio netto, dove seppur si assiste ad una leggera diminuzione dell’indice in esame tuttavia non si può esprimere un giudizio positivo circa la capitalizzazione delle imprese dove si nota, escluse rare eccezioni, una sottocapitalizzazione endemica.

I valori assunti dagli indici di produttività del lavoro risultano essere tra loro significativamente eterogenei. Si nota in tutti i settori come vi sia una correlazione positiva tra gli indici di produttività del lavoro e la dimensione aziendale.

* Paolo Fratini è docente nella Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Perugia e fa parte della Commissione Compliance Aziendale C.N.D.C.E.C.
 

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