È indispensabile, ancora una volta, riconfermare l’urgenza, la necessità, la centralità, la priorità della questione sanitaria nella nostra regione, considerando come l’hanno ridotta.
Le ultime novità sono che – dice la Giunta regionale – siamo ancora indietro per ben 17.982 richieste di visite e di analisi da parte dei nostri corregionali, liste d’attesa che la coppia Coletto-Tesei non riesce a smaltire. Tutto ciò subisce un’ulteriore accelerazione, perché si abbina a questi ritardi mostruosi per i pazienti dell’Umbria il fatto di regalare risorse e acquistare prestazioni dal neo-settore privato della nostra regione, creato, appunto, dalle Destre.
Invece di far lavorare al massimo le strutture e le apparecchiature del sistema sanitario pubblico, invece che assumere infermieri, medici, radiologi ecc., preferiscono regalare risorse al sistema privato, a pochi mesi, a pochissime settimane, dal voto delle regionali. Questo è un modo di governare. Siamo di fronte all’emergenza delle liste d’attesa, le nostre ASL sono in affanno, perché gestite male, con una programmazione sbagliata, e cosa s’inventano? Acquistano prestazioni dal sistema privato.
Siamo in ritardo di 1.467 risonanze magnetiche, 900 elettromiografie, 450 polisonnogramma, 3.500 visite oculiste ecc.; un complesso di visite che, invece di essere svolte dalle strutture pubbliche, con risorse che saranno ingentissime, sono acquistate dal sistema privato. Questo è un modo di privatizzare il sistema pubblico e di rafforzare il sistema privato, è un modo – a poche settimane dalle elezioni – per accattivarsi coloro che li sosterranno nella competizione elettorale.
Penso che siamo di fronte a un malgoverno che si fonda sull’idea di diseguaglianza sociale. La salute l’hanno fatta diventare una merce, la salute non è più un diritto, la Sanità è diventata un affare: chi ha risorse e possibilità si cura presso il sistema privato, in Umbria e fuori dell’Umbria – ormai è un dato consolidato – gli altri stanno in lista d’attesa e fanno le file nella scalcinata Sanità pubblica, così come l’ha resa la Destra della Tesei e di Coletto.

Di fronte a tutto questo, occorre costruire un altro punto di vista sulla Sanità e, allo stesso tempo, indignarsi, impedire che i pazienti dell’Umbria diventino carne da macello per lorsignori. Indignarsi, ribellarsi, pretendere la dignità per i pazienti e le pazienti, per il personale medico e infermieristico, cui va il nostro ringraziamento per il loro impegno; ma ovviamente siamo di fronte a una depauperizzazione del sistema pubblico, per avvantaggiare il sistema privato, perché l’idea della Destra è che al sistema pubblico devono rivolgersi i poveri, i disoccupati, gli anziani, i pensionati al minimo. Tutti gli altri – chi può – vanno a ricoverarsi, curarsi, fare le analisi nella Sanità privata. Poi, ci consigliano anche di farci una bella assicurazione privata, così la Sanità la paghiamo due volte: la paghiamo attraverso le tasse e poi – ancora! – perché è inefficace, attraverso il nostro portafoglio e il nostro reddito, con un’assicurazione privata. Questa è la loro politica, una politica che va cambiata.

Va riproposta, invece, una Sanità pubblica, al servizio dei cittadini e dei lavoratori, che sono quelli che la finanziano. Occorre una Sanità che ponga al centro la persona, i suoi bisogni, le sue necessità di salute e di cura e non certamente i profitti della Sanità privata.

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