di Maria Pellegrini.

Nell’antichità si dava molta importanza alle previsioni del futuro. Le ansie di cittadini di ogni ceto sociale, condottieri, regnanti, uomini politici, padri di famiglia, donne innamorate che volevano sapere che cosa gli dei prevedessero per gli anni a venire erano placate dalla consultazione di indovini, oracoli emessi da sagge sacerdotesse invasate dal dio Apollo in certi luoghi vicino ai templi o in antri nascosti, dall’interpretazione del volo degli uccelli o delle viscere di animali. Anche i sogni erano interpretati e analizzati: potevano essere esplicite anticipazioni di quello che sarebbe accaduto o criptici per cui era necessario indagare e scoprire quale fosse il messaggio nascosto. Nella letteratura greca a cominciare dai poemi epici, il sogno è un fenomeno ricorrente, si mostra a volte con intenzioni di ammonire e spingere a compiere alcune azioni, altre volte è ingannevole perché mandato dagli dei per indurre a compiere azioni che non sono favorevoli a chi sogna, ma necessarie per i loro protetti. Achille nell’“Iliade”: vede in sogno Patroclo, appena ucciso da Ettore, chiede all’amico una degna sepoltura e gli predice la sua triste fine:

“Tu dormi, Achille, e ti scordi di me:/ mai, vivo, mi trascuravi, ma mi trascuri morto. / Seppelliscimi in fretta e passerò le porte dell'Ade […] E a te pure è destino, Achille pari agli dei, / perire sotto le mura dei Teucri opulenti.

Altre volte il sogno dà consigli. Quando Priamo dopo aver appena riscattato il corpo di Ettore dorme nella tenda in terra nemica, Ermes gli appare in sogno e lo invita a lasciare subito il campo acheo:

“O vecchio, non ti curi del pericolo per quanto dormi tranquillo / tra uomini ostili, dopo che Achille ti lasciò andare. / Or ora hai riscattato il caro figlio e molto hai pagato;/ ma per te vivo dovranno pagare un riscatto tre volte maggiore / i figli che ancora ti sono rimasti, se Agamennone, / figlio d’Atreo, sa di te, se lo sanno tutti i greci”.

Nell’“Odissea” Atena che vuole preparare una buona accoglienza a Ulisse, sbarcato sulla terra dei Feaci, solo superstite dell’equipaggio della sua nave, appare in sogno a Nausica, figlia del re per indurla ad andare con un pretesto al fiume dove potrà incontrare il profugo troiano.

“Nausica, tanto trascurata ti ha generato tua madre? / Le vesti vivaci giacciono là in abbandono, / ma a te le nozze sono vicine, quando occorre che tu di belle / ne indossi e ne dia a quanti devono condurti:/ per queste cose, infatti, corre tra gli uomini fama / gloriosa, se ne rallegrano il padre e la nobile madre. / Su, andiamo a lavare, quando spunta l’aurora:

Altre volte i sogni non sono così espliciti, parlano attraverso un linguaggio simbolico ed è necessario interpretarli. Cominciano a essere indagati come fenomeno psichico con Empedocle, Ippocrate, Platone, Aristotele. Ma il primo a dedicare una trattazione sistematica sarà il greco Artemidoro. Nato a Efeso nel II sec. d. C. si faceva chiamare Artemidoro di Daldi, città della Siria da cui proveniva sua madre. Della sua biografia sappiamo che compì molto viaggi in Asia, nella Grecia sia continentale che insulare e in Italia, acquistando fama nell’arte della divinazione e soprattutto come interprete di sogni. Raccontava che fosse stato indotto da Apollo, il dio degli oracoli, a scrivere la sua opera “Il libro dei sogni”, un repertorio di sogni vecchi di milleottocento anni, che egli ha analizzato classificandoli tra sogni profetici e non profetici, una casistica completa delle corrispondenze tra l’indizio apparso nel sogno e l’evento reale. Artemidoro non interpreta però le esperienze oniriche in una prospettiva razionalistica e psicologica, il suo lavoro non risponde all’esigenza di una ricerca articolata di questo complesso fenomeno, tuttavia rappresenta un documento di eccezionale importanza, è una storia delle visioni notturne dell’umanità dai poemi omerici all’età della Grecia del II secolo d. C. L’interpretazione dei sogni ebbe una fortuna durevole fino alla tarda antichità e superò i confini geografici del mondo di lingua greca. Infatti nel IX secolo fu tradotto in arabo e nel Rinascimento si ebbero nuove edizioni e anche una traduzione latina. In Europa si condivisero i sogni di Artemidoro con traduzioni in francese, inglese, tedesco, nel Novecento la sua rinascita avvenne con Freud e la sua teoria dei sogni descritta nel famoso libro “L’interpretazione dei sogni”.

Artemidoro è perfettamente a conoscenza dell’interesse che avrebbe suscitato la sua opera, tanto che nel prologo la considera: “necessaria per via della sua utilità, non soltanto per noi, ma anche per uomini che vivranno dopo di noi”. Secondo la concezione del sogno in Grecia, Artemidoro attribuisce a questo fenomeno un valore profetico, capace di ammonire e guidare l’uomo nei vari momenti della sua vita, ma l’interesse dell’autore è per quei sogni che contengono un messaggio segreto da decifrare attraverso lo studio dei simboli nascosti in esso. Quando il messaggio del sogno non è manifesto ma latente, il linguaggio è metaforico ed è necessario l’interprete. Ricorrenti nel suo libro sono i sogni di un volo, quelli legati agli affetti familiari, quelli di metamorfosi, sogni legati al mondo dello sport e quello d’incesto con la madre cui Artemidoro dedica un lungo capitolo esaminandolo nelle diverse situazioni in cui questo atto viene compiuto, anticipando Freud per il quale il sogno segnala spesso un desiderio segreto della psiche.

Per indicare come sia possibile anche da soli comprendere il significato di certi immagini oniriche Artemidoro riporta alcuni esempi “la testa corrisponde al padre di chi sogna”, “un leone per la sua potenza e forza corrisponde al padrone”, “un elefante, spaventoso per coloro che non vi sono abituati, significa pericolo”. Seguono altri animali domestici e selvaggi e altre corrispondenze tra cose sognate e quello che possono indicare e prevedere: “una grossa rete da pesca e le reti da caccia indicano inganni e insidie” “sognare di navigare e avere una buona navigazione è un buon segno per tutti, mentre sognare di incorrere in una tempesta indica affanni e pericoli”.

Ma queste sono simbologie semplici, i numerosi casi analizzati lungo tutto il libro sono così complessi che l’Autore lascia intendere quanto sia importante la necessità di un interprete che però “debba essere ben equipaggiato di suo e servirsi della propria intelligenza senza fare affidamento soltanto sui libri, poiché chiunque pensi che si formerà completamente grazie alla sola tecnica, senza le doti naturali resterà imperfetto e incompiuto”.

I soggetti dei sogni analizzati sono numerosissimi e vanno dal vino e altre bevande alle verdure, dai legumi al pane, dalla carne ai formaggi, da ogni tipo di ornamento maschile e femminile alle corone che si pongono sul capo, dalla caccia all’agricoltura, insomma tutto ciò che fa parte della nostra vita.

Per mostrare qualche interpretazione curiosa di sogni ne riportiamo alcune:

“Sognare la cipolla è di cattivo segno se si mangiano, ma buono se si possiedono. La cipolla ha un esito diverso solo per gli ammalati, se un ammalato sogna di mangiare molte cipolle guarirà; se invece ne mangia poche morirà. Infatti chi muore versa poche lacrime, molte invece chi si trova in lutto poiché ha più tempo per piangere”.

“Sognare di vedere e mangiare mele mature e dolci è buon segno; esse indicano infatti grandi piaceri d’amore a chi pensa a una moglie o a un’amante, dato che sono sacre ad Afrodite”.

“Sognare una corona d’oro per un ammalato preannuncia una morte improvvisa: l'oro infatti ha un colore livido ed è pesante e freddo, e per questo motivo viene assimilato alla morte”.

“Unirsi a un dio o a una dea, oppure venire posseduti da un dio significa morte per chi è ammalato; infatti l’anima preannuncia l’incontro e l’unione con gli dèi quando è prossima a lasciare il corpo in cui abita”.

“Se un uomo ammalato sogna di avere abiti bianchi ciò preannuncia morte, giacché i morti vengono portati al sepolcro in abiti bianchi; al contrario, abiti neri indicano guarigione poiché questi abiti non dai morti vengono indossati, bensì da chi piange i morti”.

Artemidoro - la cui opera è interessante anche perché testimonia aspetti della vita quotidiana, usi e costumi riflessi nei sogni - ha realizzato la sua opera con molta diligenza utilizzando tutta la letteratura precedente, e facendo tesoro della sua esperienza, infatti ci informa “Affinché ciascuna delle cose indicate dai sogni fosse facile da seguire, io l’ho trascritta in ordine e sistematicamente nella maniera più metodica possibile affinché questi libri siano comprensibili a tutti”.

Nota: Nell’immagine, Il sogno di Gioacchino di Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova

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