Un socialista contro il vaffa ai diritti umani
di Michele Prospero - Il socialista Sanchez, che ha appena giurato come premier rifiutando l’assistenza della bibbia, ha offerto l’accoglienza ai migranti, respinti dal governo italiano che minaccia anche di spezzare le reni a Malta. I valori laici e universalistici del socialismo sono più che sufficienti per servire lo spirito pubblico e solidaristico di una democrazia che i governi populisti del cambiamento stanno annichilendo.
Il presidente Conte, scamiciato che vaga senza scettro e fa il segno della croce davanti ai monumenti delle zone terremotate, ha invece avallato la battaglia navale contro i migranti. I valori di un populista devoto, e cultore della chiacchiera per servire due padroni, non garantiscono l’apertura etica minima che sempre dovrebbe accompagnare la gestione del potere.
Alzare la voce contro la legalità internazionale paga, dicono adesso al governo. Tutte le destre reazionarie d’Europa inneggiano all’intransigenza mostrata dal leader del carroccio, con il suo rosario in mano. La distanza tra i padani e i digitali viene azzerata: il cuore nero che accarezza l’intolleranza è l’anima della coalizione. Il populismo trionfante non è affatto oltre destra e sinistra, come pretende. E’ oltre il diritto internazionale e il senso di umanità. Ha un volto chiuso, repressivo e tendenzialmente violento.
Sulla base del voto di marzo, i due partiti della coalizione gialloverde possono contare su un consenso ampio ed eterogeneo. Dallo scrittore che fa disobbedienza civile contro l’alta velocità, al tribuno leghista che sui treni ci va per far alzare i migranti e disinfestare il sedile, sono giunte preferenze per i due vincitori che poi hanno siglato il “contratto” di governo.
Ora che il nero vince, qualcuno potrebbe ricredersi per l’ingenuità della fiducia concessa a marzo ai populisti pentastellati. E però l’attacco ai diritti fondamentali, in nome di qualche pugno di voti, prepara una brutta stagione della repubblica. Il M5S è diventato una Lega minore e, con la stessa insensibilità etica verso i grandi principi della modernità europea, pronuncia un vaffa ai diritti umani. Ancora una volta, grazie alla forza mite di Sanchez, la sfida torna ad essere quella antica: socialismo o barbarie, con la riscoperta dei miti del sangue e della terra.
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