“Acqua, acquedotti e fontane”. E’ questo il tema di un concorso per le scuole organizzato dal Club UNESCO di Gubbio cui hanno partecipato le alunne e gli alunni della Scuola Media Storelli con un progetto realizzato nell’ambito delle attività del laboratorio scientifico, per una più adeguata didattica sul tema dell’acqua.

E’ un vero peccato che l’iniziativa e l’impegno dei docenti e degli studenti della nostra scuola media non abbia goduto della stessa attenzione e dello stesso sostegno riservato dall’Amministrazione comunale e dal complesso delle istituzioni pubbliche e culturali della nostra Città ad altri laboratori didattici e ad altri concorsi per le scuole, nonostante il progetto in questione sia senz’altro da ritenersi più appropriato, in quanto si propone di promuovere nelle nostre scuole la cultura dell’acqua bene comune, sviluppa un profilo educativo e delle conoscenze scientifiche di base in una direzione più opportuna, rendendo le nostre ragazze e i nostri ragazzi protagonisti attivi di un percorso scolastico e formativo che esalta l’acqua come fonte di vita, non già come una merce qualsiasi, un prodotto industriale pronto ad essere messo sul mercato ed acquistato negli scaffali dei supermercati.

Il progetto in questione non ha ottenuto favori, patrocini e visibilità neanche ex post, non dalla pubblica amministrazione locale che deve ritenersi obbligata a promuovere il consumo e l’utilizzo responsabile dell’acqua pubblica soprattutto tra le giovani generazioni e nell’ambito scolastico con programmi educativi integrati ed efficaci, non da tutti gli arditi che nella nostra Città non si sono risparmiati di certo a lesinare lodi ad altre esperienze “formative”, giungendo addirittura a sperticarsi nel sostenere che l’unico percorso didattico possibile in questa materia e l’unico capace di garantire approcci scientifici seri fosse quello della visita ad uno stabilimento che imbottiglia acqua minerale e della conoscenza delle proprietà organolettiche di un bene comune finito dentro ad una bottiglia che si acquista e si consuma.

Il progetto realizzato dagli alunni di scuola media ci dice perciò che un’altra didattica è senz’altro possibile. Di più: noi continuiamo a ritenere che l’unica didattica possibile in materia di acqua sia quella che di essa trasmette la sua essenza di bene comune e di risorsa preziosa e fondamentale alla vita attraverso dei messaggi educativi chiari, limpidi e rigorosi, ancorché scientificamente fondati.
Sarebbe dunque un bene che l’Amministrazione comunale riconverta decisamente ed una volta per tutte il suo approccio in questo campo, prendendo ad esempio il lavoro realizzato alla scuola media ed assumendolo come faro per la promozione dell’acqua come bene comune e dell’utilizzo responsabile di quella fornitaci in buonissima qualità da acquedotti e fontane pubbliche.

Ne trarrà così giovamento anche l’immagine della nostra Città: se è di turismo che vogliamo parlare crediamo che integrare la nostra offerta con l’accessibilità e la qualità delle nostre acque e con il loro legame con l’identità e la storia locale possa contribuire senz’altro meglio che il perseverare nel rendersi tramiti promozionali dell’acqua in bottiglia. L’ultima dove vai la trovi ed è semmai Rocchetta che deve contribuire a promuovere l’offerta della nostra Città: il gioco non funziona se avviene il contrario e le Istituzioni pubbliche, culturali e scolastiche della nostra Città si prodigano a promuovere un prodotto.

D’altronde la strategia di marketing territoriale di questa azienda si rende chiara ed evidente anche con la sua ultima trovata promozionale. Dopo i concorsi per le scuole ed i laboratori didattici è ora la volta dell’educazione sanitaria e così ecco pronti dei seminari formativi indirizzati ai medici di medicina generale, in quanto, dopo le scuole, non c’è altro di meglio per raggiungere il pubblico più vasto dei potenziali consumatori che rendere i medici di famiglia dei promoters che illustrano le miracolose doti dell’acqua minerale. Sarebbe curioso verificare il pensiero dei dirigenti della ASL sull’opportunità che i medici di base convenzionati con il servizio sanitario regionale si possano da qui in avanti prodigare nel promuovere l’utilizzo dell’acqua in bottiglia e se questa loro nuova attività rientri nella programmazione pubblica degli interventi di prevenzione e di educazione alla salute. Probabilmente daremo seguito a questa nostra curiosità.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

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