Di Ciuenlai – Nell’ ormai consolidato ideologismo dell’”andare oltre” , l’ex Sinistra non si fa  più mancare niente, ma proprio niente. Mitridatizzato il suo zoccolo duro con una piccola dose di veleno di destra al giorno (per 30 anni di fila), può ormai dedicarsi ad un unico scopo. Quello che sono stati chiamati a compiere dalle strutture del capitalismo Finanziario.

Costituire l’elemento di stabilità del sistema, indipendentemente dai consensi che si hanno, costruendo maggioranze a sostegno di Governi dominati dagli “impiegati” del potere liberista. Impiegati che hanno una principale matrice comune (La Banca D’Italia) o  che comunque provengono da istituzioni  (Ue, Bce, Ocse, Fmi) costruite per Governare gli Stati che, lo ripeto fino alla noia, sono “l’ultima ruota del carro” nella gestione del sistema.

Ormai esiste una consolidata letteratura sulla formalità della democrazia in occidente, dove i cittadini votano quelli che diventeranno protagonisti solo dei talk show televisivi o del web, ma che non avranno nessun peso nelle decisioni politiche se non quello di “alzatori di mano” per ratificare le iniziative dei veri detentori del potere.

Non si tratta di complotti ma di politica, di rapporto tra sovrastruttura del potere , strutture di gestione e mantenimento dello stesso. In questo quadro il Pd,eletto in Italia a capofila  del conservatorismo, si trova nelle difficile situazione di dover garantire, dopo le elezioni del 2023, gli attuali assetti di Governo e rimettere in sella Draghi o chi per lui. Tenuto conto che , nonostante l’enorme appoggio che i mass media garantiscono quotidianamente a questa forza politica (fateci caso in qualsiasi dibattito TV c’è sempre uno del Pd, gli altri invece ruotano), i risultati in termini di consenso sono magri e non vanno oltre il non esaltante risultato delle recenti Europee. L’ex centrosinistra, nonostante l’alleanza coi 5 stelle, è sotto di 7/10 punti rispetto ai dati del centrodestra.

E allora si sta cercando un sistema per mettere insieme “il diavolo con l’acquasanta”. Una coalizione che faccia perno sui conservatori e sulla destra moderata che ha come obbiettivo massimo vincere e mettere sotto il tappeto tutti i problemi, o al minimo pareggiare per poi rifare i classici Governi di “Unità Nazionale” guidati da uno che viene da fuori, possibilmente non eletto, che farà occupare i ministeri chiave dai suoi fedeli collaboratori. Lo chiamano “Campo largo” (tanto largo che assomiglia al partito unico) ed è riservato, per ora, ai Democratici, ai loro attuali alleati che vorranno partecipare e  “pezzi” di varie componenti moderate presenti nella destra (Tosi, Quagliarello, i forzisti della Carfagna, Calenda, Renzi, Giorgetti). Anche se gente come Bettini non dispera di “andare ancora oltre” e coinvolgere direttamente Forza Italia e la Lega.  

Lo scopo è dare vita  alla ormai famosa maggioranza “Ursula” che Luciano Canfora ha ribattezzato “Partito Unico Articolato”. Un partito che si modella a seconda delle necessità dei consensi necessari a formare Governi Conservatori.

Ma lo schema non si ferma qui. Perché oltre al potere centrale chi comanda davvero vuole assicurarsi anche il controllo di quello periferico, perché molte delle risorse messe in campo si spendono lì.  Per questo il sistema ha “fatto forti investimenti” nei Comuni e nelle Regioni, mettendo in campo  personaggi di prima scelta come Sala, Gualtieri, Gori, Zaia ecc. Qui si fa leva sulle famose liste civiche. Essendo il sistema maggioritario i poli non vengono scomposti , ma l’appoggio di parte della destra viene mascherato  dietro questa pratica. Si assiste così a passaggi di casacca molto più marcati di quelli avvenuti (e che avverranno nei prossimi mesi) a livello nazionale.

L’eliminazione delle ideologie, intese come strumenti di confronto e, perché no, di contrapposizione politica,  tra idee diverse di società, ha portato alla fine dei partiti e alla formazione di quel pensiero unico , il liberismo di stampo finanziario, che ornai domina incontrastato, con qualche noiosa  anomalia (leggi Cina e Russia), in ogni parte del globo. Se non si riparte da qui non si va da nessuna parte. L’alternanza (quella del voto utile) non cambia le cose, come dimostrano il mutare di Governi e di amministrazioni locali , avvenuti in questi anni. Ci vuole un’alternativa di sistema, per riaprire i giochi. Una cosa che non esiste e che va costruita con pazienza , magari facendo tesoro delle tante sconfitte della sinistra in questi anni. 

P.S  1. – A TUTTA DESTRA - “L’andare oltre” , anche nella logica dell’alternanza e quindi della conservazione,  ha portato ad un processo che ha visto allargarsi sempre di più le maglie dei moderati e di quelli di destra e a diventare irrilevanti quelli di sinistra. Cioè proprio “quelli dell’andare oltre”. Per la serie “vacce tu che ta me me vien da ride”.

P.S. 2 –COME LA DDR ?- Il Campo Largo a mò di “Partito Unico Articolato” sembra quasi una ripetizione del Fronte Nazionale della DDR  che comprendeva il Partito Socialista Unificato (SED) , l’Unione  Cristiano Democratica (si una specie di Dc), il Partito Democratico Rurale (legato ai contadini), il Partito Liberal Democratico ( Ma va! persino i filo capitalisti) e il Partito Nazional Democratico (toh anche la destra). 5 partiti che governarono insieme per tutta la durata della DDR e che si spartivano i seggi parlamentari in quote proporzionali (la sinistra aveva solo il 25% dei seggi). Sul piano del metodo non non siamo tanto lontani da quello che si fa oggi in Italia. Non vi pare?

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