di Attilio Gambacorta // Associazione culturale Umbrialeft

Aumentano i contagi in modo esponenziale. Il Coronavirus non si ferma, circola pericolosamente. Il sistema sanitario è sul punto di essere di nuovo collassato, le terapie intensive crescono di ora in ora.

Chi è colpito dal Covid sta male, il giornalista Giannini che testimonia la sua triste esperienza è una conferma della pericolosità di questa pandemia. Ma queste testimonianze ed altre sono decine di migliaia.

Eppure c’è ancora chi si ostina a rifiutare una realtà alla quale è difficile fuggire; che continua a sostenere l’idea che siamo di fronte ad una montatura costruita da chi non si sa, né perché; che le libertà dell’individuo sono calpestate; che si vuole distruggere l’economia intera di una nazione.

È questa una narrazione ridicola, falsa ed assurda, per usare un eufemismo, ma sono argomentazioni che sentiamo ogni giorno sostenere da una destra politica che specula, come sempre ha fatto, sulle paure, sull’insicurezze, falsando la realtà.

Questo virus ha aumentato le diseguaglianze, la povertà; colpisce i piccoli negozi, gli artigiani, i lavoratori precari; proletarizza ampi settori di ceto medio; fa diventare più ricchi i già ricchissimi.

Ma questo non significa che siamo sotto una dittatura mediatica che costruisce una delle più grosse fake della storia. Il virus esiste, miete malati e vittime, e chi ne è colpito ne sente tutta la sua potenza.

Non esiste una soluzione facile al problema e non possiamo chiudere gli occhi.

La salute è un diritto e purtroppo non si muore di solo Covid. Si deve quindi efficacemente investire sulla sanità pubblica, affinché tutti i cittadini, con qualsiasi patologia, siano curati; serve un piano di investimenti pubblici sull’edilizia popolare, sulle infrastrutture, sulla salvaguardia del territorio e del patrimonio artistico, per creare lavoro e redistribuire la ricchezza; serve una scuola che sia una comunità di cultura, dove i nostri giovani possano formare la propria coscienza critica.

Non sono sufficienti elargizioni di denaro a pioggia, possono tamponare un’emergenza, ma abbiamo bisogno di interventi strutturali che sappiano affrontare gli enormi problemi nel modo giusto. I giovani hanno bisogno di lavoro, di istruzione.

Serve un progetto di società che ancora non si vede, neanche in forma embrionale.

Questa emergenza sanitaria ha messo ha nudo le fragilità del nostro tempo, troppo spesso nascoste dall’effimero e da contenuti pieni del nulla assoluto.

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