Lo scontento Europeo (di Carla Gentini)
"... Se si guarda alla composizione del prossimo Parlamento europeo ... pare che l'avanzata della destra, che pure c'è, non abbia dimensioni tali da sconvolgere gli equilibri tradizionali dell'Europa.
... Se guardiamo però al risultato nei singoli paesi ci rendiamo conto che è accaduto qualcosa di significativo che ha reso la lardership europea ancora più fragile di quanto già non fosse sulla scena internazionale. Francia e Germania in particolare vedono un indebolimento drammatico dei governi in carica. ...
Nessuno si domanda le ragioni di questo scontento europeo.
Ritengo che non si possa capire ciò che accade senza considerare l' incapacità degli attuali laeder del nostro continente di offrire all' Europa una speranza e una prospettiva di pace.
Negli ultimi giorni prima del voto Emmanuel Macron ha insistito sulla sua disponibilità a inviare forze armate francesi in Ucraina, mentre il governo tedesco autorizzava l'uso delle armi in territorio russo e, in una sconsiderata dichiarazione, il ministro della Difesa annunciava che dobbiamo essere pronti alla guerra entro il 2029. Cosa che sarebbe inquietante detta da chiunque, ma detta da una personalità politica tedesca fa venire i brividi.
Non si comprenderebbe il risultato elettorale se non anche come una reazione degli elettori a questo modo di affrontare la drammatica crisi e i conflitti che sono in corso si confini orientali dell' Unione. ...
La guerra non piace agli elettori europei e soprattutto appare sempre più incomprensibile perché non si faccia nulla per porre fine a un conflitto che nessuna delle due parti può vincere, perché è evidente che né la Russia né l'Occidente con l'Ucraina possono consentirsi di perdere la guerra senza ricorrere a tutti i mezzi disponibili per evitarlo.
È chiaro che sono in gioco gli interessi fondamentali e il destino stesso dell'Europa e dei suoi cittadini.
La percezione di una classe dirigente non in grado di affrontare queste sfide, così come non appare in grado di avere un'influenza sulla tragedia del Medio Oriente, alimenta lo scontento e spinge tanti elettori verso un voto punitivo nei confronti dei governi o verso la rinuncia e l'astensione.
... I mesi che ci attendono non sono facili. ...
Questa Europa più fragile ha di fronte a sé scelte fondamentali. Si tratta di decidere se tornare all' austerità o rilanciare una politica coraggiosa di investimenti e di sviluppo sulla linea inaugurata con il Next Generation EU. La grande scelta strategica della transizione green è messa in
discussione da resistenze corporative e conservatrici, e comunque deve essere resa compatibile con il rilancio della competitività dell'industria europea, il che richiede enormi investimenti nell'innovazione e nella ricerca. Il voto, con le sue vaste aree di astensione, segnala anch'esso l'esistenza di diseguaglianze, povertà e sofferenza sociale che portano persino a un restringimento della base del consenso democratico nelle nostre società. Il tema dell'Europa sociale si impone come una priorità dell'agenda della futura Commissione.
Ma, oltre a questo e forse prima ancora, la classe dirigente europea dovrebbe interrogarsi su quale ruolo l'Europa dovrà avere in un mondo che sta radicalmente cambiando e che appare segnato da drammatici e rischiosi conflitti.
Secondo la Banca mondiale i paesi membri dei BRICS [Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica] produrranno quest'anno il 35,2% della ricchezza mondiale, mentre i membri del G7 soltanto il 29,3%.
Questa è la realtà di oggi ma è anche il primo passo di una tendenza non reversibile.
Quale sarà il ruolo dell'Europa? Sapremo esercitare quella funzione di grande potenza non solo della democrazia e della libertà ma anche della pace e della coesistenza che compete agli europei?
..."
(Massimo D'Alema, ItalianiEuropei , 2/2024)
Recent comments
11 years 39 weeks ago
11 years 39 weeks ago
11 years 41 weeks ago
11 years 41 weeks ago