di Alberto Grohmann

Ieri pomeriggio, la grande sala convegni del Centro Capitini di Perugia e il suo spazio antistante, per quanto colmi all’inverosimile, non sono riusciti a contenere la massa di persone, che hanno assistito o avrebbero desiderato assistere a “Anima Perugia”, la manifestazione di apertura della campagna elettorale della candidata Sindaca Vittoria Ferdinandi.  I bravi presentatori, dopo aver introdotto il cantautore Paolo Benvegnù, che ha cantato la canzone “Cerchi d’acqua” ricca di significati, hanno passato la parola in successione a tre oratori – che hanno parlato dei temi della sanità, del lavoro, del riutilizzo delle tante architetture di maggiore o minor pregio che affollano le nostre disastrate città italiane – e al sindaco di Verona Damiano Tommasi, già noto calciatore.

     Al termine di questo ambito introduttivo è finalmente apparsa l’attesa figura elegante e pienamente padrona del palco: Vittoria Ferdinandi, accolta da un’ovazione del pubblico. Ferdinandi, con voce pacata ma fermamente consapevole di ciò che voleva trattare, ha parlato a braccio, senza la minima incertezza, per circa 50 minuti di una varietà di tematiche incentrate su una pluralità di aspetti del sociale, che connotano il suo programma: dai giovani, alla sanità, alla cultura, allo sport, alla esigenza dell’accoglienza di tutti i componenti della cittadinanza; dall’urbanistica, alla viabilità, ai collegamenti tra il centro storico e nuclei satelliti; dall’economia, alla valorizzazione delle donne, alle grandi tematiche politiche locali e nazionali.

     Il pubblico attento – ma che con frequenza, anche eccessiva a mio parere, ha applaudito – e con larga presenza di giovani, che spesso con errore riteniamo poco attratti dalla politica, ha seguito la lunga disamina del programma della candidata, che ha concesso a tutti di sognare della possibilità di vivere in un rinnovato mondo di cittadini uguali pur se diversi tra loro e che, proprio in quanto diversi, siano in grado di immaginare di poter soddisfare con il complesso delle azioni individuali e collettive i propri e gli altrui bisogni.

     Un pomeriggio veramente interessante e ricco di prospettive augurabili.

     Quando ancora insegnavo, ricordavo spesso ai miei studenti l’importanza di saper sognare e di sapersi battere per la realizzazione dei propri sogni e che la città, come affermava Giovanni Botero nel lontano 1580, per essere grande e importante, deve essere composta da quell’insieme di soggetti che proprio in quanto diversi sotto ogni aspetto “si riducono insieme, per vivere felicemente”.

Condividi