Nasceva 150 anni fa la coraggiosa rivoluzionaria polacca Rosa Luxemburg, una dalle più importanti figure del socialismo del Novecento. Interpretò un ruolo innovatore per il marxismo senza metterne sotto eccessiva pressione le fondamenta. Fu anche critica verso i bolscevichi e l'idea di un partito estremamente centralizzato.

Venne assassinata il 15 gennaio 1919 da gruppi paramilitari di estrema destra.

Quando nell'agosto del 1893 prese la parola al Congresso di Zurigo dalla Seconda Internazionale stupì tutti per le sue abilità dialettiche e l'originalità delle tesi. Nella sua carriera da dirigente interpretò le contraddizioni come il cuore della sua politica rivoluzionaria. 

Rosa sosteneva che il socialismo avrebbe dovuto aumentare la democrazia, non comprimerla, e il partito doveva permettere la partecipazione sociale. Nei primi anni del Novecento estese quanto affermato da Marx ("ogni passo del movimento reale era più importante di una dozzina di programmi") sostenendo che "i passi falsi che compie un reale movimento operaio sono, sul piano storico, incommensurabilmente più fecondi e più preziosi dell'inaffidabilità del migliore comitato centrale".

Tra le sue tante qualità, Rosa seppe coniugare magistralmente l'elaborazione teorica e l'agitazione sociale. Un altro dei punti di forza della sua militanza fu l'opposizione alla guerra e l'agitazione antimilitarista. 

Rosa Luxemburg ha vissuto immersa e in prima linea nei drammi che caratterizzavano il suo tempo, e in questa complessa fase attuale dovrebbe essere uno dei riferimenti per le giovani generazioni. In attesa di una rivoluzione di genere.

In nessuna società o sistema al mondo ci sono donne pagate la stesso degli uomini. E il sessismo in molte forme trova nuovi contesti.

Questa sera alle ore 21 l'associazione Culturale Umbrialeft effettuerà una videoconferenza dal titolo: "8 marzo... Giornata internazionale della donna?"

 

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