di Leonardo Caponi.

Non avrei mai pensato che Pampanelli (lo chiamo come lo chiamavo io per cognome, come i vecchi comunisti, mentre lui mi chiamava Leonardo per distinguermi da mio padre) ci avrebbe lasciato così presto. Nella mia mente la sua figura era così fortemente caratterizzata da apparirmi eterna. Augusto era un uomo onesto, generoso, ottimista e appassionato della politica e della vita. Un uomo di vecchio stampo che, pur avendo modificato in parte le granitiche convinzioni originarie, non ha mai rinunciato ad essere comunista vincendo, con il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà, il disincanto di una sinistra, per ora, sconfitta. L'ho conosciuto da una vita. Siamo stati amici di famiglia al di là della politica. Era uguale al padre, Domenico, anche egli bella e solare figura di coltivatore e comunista. Augusto era legatissimo a mio padre alla cui persona guardava come ad un mito. Non mi ha mai ritenuto alla altezza di Alfio nel modo di comprendere e stare in mezzo al popolo e ai lavoratori. E' stata una delle colonne sulle quali abbiamo costruito Rifondazione Comunista. Augusto era un filososovietico come me e, in questa veste, guardò con simpatia alla battaglia di corrente, dura e coraggiosa dei cossuttiani, dentro il morente Pci. La sua vicenda politica era cominciata alla Perugina, dove potè vivere la straordinaria ed esaltante esperienza di un gruppo dirigente operaio tra i più avanzati in Italia e nel lavoro sul territorio come Segretario della sezione del Pci di Case Nuove di Ponte della Pietra, dove, è il caso di dirlo, fece epoca come politico e Presidente del Consiglio di quartiere. Diventò l'inventore, il promotore, l'organizzatore di molte attività e manifestazioni, con un ruolo anche, come erano i quadri della sua formazione, pedagogico, di assitenza per i diritti lesi dei cittadini e di guida nei percorsi contorti delle pubbliche amministrazionì. Pampi, come segretario di sezione era stato un mito. Abbiamo, con Giuliano Brozzi e altri compagni, riso sempre quando gli scappava qualche battuta curiosa come quella di dare la parola alla compagna VinciGrossi (cognomi di marito ed ex moglie) o "al compagno Claretta Roscini che tirerà le conclusioni del nostro dibattito".
Consigliere comunale, eletto nel 1970, partecipò ad una straordinaria consiliatura di svolta per Perugia, aperta da un grande successo elettorale (Pci oltre il 45%) insieme ad altri operai della sua ed altre fabbriche. C'ho una foto in bianco e nero che ci ritrae, io, lui e la Wlma Casavecchia insieme a Bertinotti mentre traversiamo Corso Vannucci.
Le nostre strade politiche si sono divise con la scissione dei Comunisti Italiani. La scissione fu sbagliata, non nel merito, ma nella divisione che portò. I nostri contatti sono ripresi pienamente da qualche anno a bocce ferme. Lui mi telefonava regolarmente ogni tanto per parlare di politica, delle sue ambizioni e opere di paroliere di canzoni e di poeta. Gli ho promesso che sarei andato a trovarlo e non l'ho mai fatto.
L'ho sempre incitato, anche se non ce n'era bisogno, a coltivare queste sue vene artistiche.
Augusto ciao. Ti saluto col pugno chiuso come fanno quelli come noi che non hanno mai perso la speranza di cambiare il mondo.

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