ELEZIONI REGIONALI IN UMBRIA:  OLTRE L’ALTERNANZA. COSTRUIRE L’ALTERNATIVA

Un sistema democratico, afferma Popper, non può che svilupparsi autocriticamente, avendo sempre la capacità di leggere gli accadimenti per migliorare la qualità del governo e la vita delle persone.
L’Umbria è stata spesso vittima di un consociativismo clientelare che ha “assemblato” al potere partiti, settori del mondo imprenditoriale, agricolo, universitario e associativo. Invece di una salutare alternativa, abbiamo spesso avuto una perniciosa alternanza, nella quale amministratori e politici si sono alternati tra loro, riproducendo pratiche di governo simili.
Le prossime elezioni regionali sembrano finalmente delineare una differenza sostanziale tra le principali offerte politiche in campo, ed è su questa promessa di alternativa di società che Pace, terra e dignità vuole scommettere.

Oggi, per l’Umbria, il rinnovamento, la modernizzazione e la solidarietà comunitaria sono obiettivi imprescindibili. Il sistema “arcaico a vocazione lottizzatoria” introdotto dalla destra li rende ancora più urgenti. Occorre comprendere la natura della destra in Umbria, perché questo ha a che fare con la costruzione del consenso, e quindi con le elezioni. La destra in Umbria in questi cinque anni ha ancorato l’atto politico alla difesa di privilegi che, dentro un sistema corporativo, vengono assicurati agli attori amministrativi, imprenditoriali ed elettorali affiliati alla propria tribù. Il resto della società è escluso, tagliato fuori.

Il pil cresce meno della media nazionale, i giovani professionalizzati e laureati se ne vanno, la popolazione invecchia, la sanità è disintegrata e i cittadini vedono cancellato il proprio diritto costituzionale alla salute, i territori si spopolano, lo sviluppo regionale continua ad essere etero diretto.  E’ masochistico e impensabile per un territorio come l’Umbria non puntare, al contrario, su uno sviluppo autocentrato e globale che parte dalla tutela e dalla valorizzazione delle nostre straordinarie risorse territoriali, culturali, storiche, manifatturiere, agricole, ambientali, imprenditoriali, per costruire un modello produttivo, occupazionale e sociale di qualità, capace di soddisfare le esigenze esistenziali locali e di competere sullo scenario commerciale globale.  Questo è l’esatto contrario di quello che è stato fatto dalla destra in questi anni.

Una buona sinfonia si ottiene suonando con tutte le dita su tutti i tasti del pianoforte. Dobbiamo ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini e con i tanti elettori che, comprensibilmente sfiduciati, non sono andati a votare. Per questo un cambiamento di questa portata non nasce da spinte soggettivistiche ma da azioni collettive che fanno tornare i cittadini ad essere, da una parte, soggetti attivi e, dall’altra, decisivi protagonisti elettorali. Un progetto di questa portata non nasce da accordi tra gruppi dirigenti di partito, ma da un cambiamento della cultura e della struttura di governo, introducendo effettiva discontinuità nei metodi, nei programmi, nelle priorità e nei “gruppi di comando”.

 Come Pace, Terra e Dignità dell’Umbria, abbiamo già espresso il nostro parere favorevole alla candidatura di Stefania Proietti che per storia personale, esperienza amministrativa, valori, indipendenza ha l’autorevolezza per rappresentare tutto il centrosinistra. Le più recenti tornate elettorali, dalla Sardegna con Todde alle comunali di Perugia con Ferdinandi, hanno indicato le premesse indispensabili per il centrosinistra se vuole competere per vincere. Infine, un altro aspetto non secondario dell’attivismo civile di Stefania Proietti che condividiamo è il suo ancoraggio ai valori della nonviolenza e della pace. Non sembrino temi estranei, non lo sono. Con la pace tutto è possibile e migliorabile. Con la guerra tutto diventa impossibile. Con i conflitti e con i miliardi di risorse finanziarie in spese militari non c’è alcuna possibilità, neppure a livello delle Regioni, di costruire un sistema di protezione sociale, un sistema sanitario o un sistema educativo accettabili. La guerra o la pace, ci piaccia o no, investono direttamente la concretezza delle nostre vite. Come persone e come comunità. Per questo non possono non essere anche parte della campagna elettorale regionale.

Alì RASHID - Responsabile per l’Umbria di Pace, Terra e Dignità.

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