di Attilio Gambacorta // associazione culturale Umbrialeft

Umbrialeft sosterrà la lotta alla legge sull’editoria, esprimendo solidarietà a tutta la redazione dell’ancora e unico “quotidiano comunista”: il manifesto

Pensiamo di vivere in una società libera, ma questa libertà è sempre più apparente. Hegel sostiene che le apparenze differiscono dalla realtà, Marx aggiunge che esse se coincidessero con il reale non avremmo bisogno della scienza. Il filosofo Slavoj Zizek addirittura sostiene che siamo liberi di pensare, ma non di agire coerentemente al nostro pensiero e teorizza una dittatura della democrazia.

Il mio umile pensiero è quello che la nostra epoca è contraddistinta da una “dittatura del capitale”, che, se fortemente influenzato dai filosofi sopra citati è quello che appare.

In tutti i talk show televisivi è assente ogni pensiero critico a quello dominante. Dopo l’ottantanove è venuta affermandosi l’idea di Fukuyama e della sua teoria della fine della storia, dove l’unico mondo possibile sia quello capitalistico. Questo “pensiero unico” domina ancora l’opinione pubblica ed ogni idea alternativa, nel migliore dei casi, viene bandita, molto spesso ridicolizzata. L’interpretazione della storia piegata a questo dettato categorico.

Assistiamo perciò ad un dibattito misero dal punto di vista culturale, qualunquistico da quello politico, privo di una qualsiasi analisi sociale della realtà ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’argomento centrale è quello della nullità di una politica dove i politici sono corrotti ed inefficaci.

Ma a chi giova considerare la politica tout court corrotta ed inefficace?

Senza dubbio a chi detiene il potere economico, a chi pianifica secondo i propri interessi il futuro dell’Italia, dell’Europa, del mondo.

Siamo privi, giornalisticamente parlando, di una qualsiasi inchiesta sociale; governati da un’élite che esercita un’egemonia culturale su tutta la società dove il giornalismo è al servizio delle oligarchie più potenti; le rivendicazioni di partecipazione democratica al governo della cosa pubblica considerato un residuo culturale del Novecento; gli idali di uguaglianza e libertà utopie irrealizzabili; la politica relegata ad operazioni ragionieristiche: “il costo della politica”.

E trovo assurdo che queste certezze siano così consolidate, che non ci sia uno scatto da parte delle classi sociali più povere per organizzare una benché minima protesta.

L’unico quotidiano in Italia che resiste a tutto ciò è “il manifesto”, unica voce critica, in mezzo a tanti quotidiani asserviti al pensiero unico, che si batte contro questo pericolo assopimento dei soggetti sociali più deboli ed emarginati. I suoi titoli sono un esempio straordinario di cultura giornalistica e comunicativa, i suoi editoriali chiari, sintetici ed esaustivi, formativi anche da un punto di vista grammaticale.

Ma questo giornale che resiste ostinatamente da cinquant’anni a tutto quanto detto prima, dà fastidio, si deve cancellare.

La legge sull’editoria di qualche giorno fa a questo serve: un giornale eretico è un’anomalia che il potere vuole e deve eliminare.

Umbrialeft sosterrà la lotta a questa ingiusta legge, esprimendo solidarietà a tutta la redazione dell’ancora e unico “quotidiano comunista”.

Crediamo nella libera espressione, nel dissenso, convinti che è dal dubbio che possa nascere una Next Generation.

 

FOTO: Antonio Banderas per il manifesto, 2019 © archivio il manifesto

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