di Alfonso Gianni.

Come a questo punto era ovvio, visto il totale divieto di manifestazioni pubbliche fino al 3 aprile contenuto nel decreto legge di ieri, il governo ha deciso di rinviare il referendum sul taglio dei parlamentari a data da destinarsi. La cosa positiva è che in una dichiarazione di poco fa Conte ha detto che accede alla richiesta di una consultazione con i comitati del Sì e del No sulla scelta della nuova data. La cosa negativa è che continua il tam tam favorevole all'accorpamento del referendum con le elezioni regionali e amministrative che riguardano una parte del del paese. A questo diciamo subito No, perché sovrapporrebbe, peraltro in modo diseguale sul territorio, un voto di scelta politica con uno di rango costituzionale. Cose che bisogna sapere tenere distinte.

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