di Astolfo Lupia.

Raphael Honigstein è un giornalista tedesco. E’ il corrispondente per il Guardian dalla Germania. Segue per la prestigiosa testata britannica le vicende del calcio tedesco. Nessuno meglio di lui, probabilmente, avrebbe potuto dedicarsi alla scrittura di un libro dedicato alla figura di Jurgen Klopp, allenatore tedesco dei reds del Liverpool. I rapporti tra calcio inglese e tedesco sono stati da sempre improntati ad una accesa rivalità: i maestri del calcio, coloro che hanno inventato il Football contro i panzer tedeschi che a partire dagli anni cinquanta hanno cominciato a mietere successi su scala mondiale. Proprio da allora il calcio inglese ha cominciato a perdere vigore, forza. Unica eccezione la vittoria del Mondiale casalingo del sessantasei proprio contro i rivali teutonici. Questo a livello di selezioni nazionali. Per quel che concerne i club, gli inglesi hanno continuato a mantenere notevoli livelli con successi frequenti e prodezze che rimangono registrate negli annali, ma i tedeschi non sono stati da meno. Frequenti, ma non troppo, gli scambi di personaggi tra le due nazioni: Keegan e Woodcook si trasferirono in Germania tra i settanta e gli ottanta; in inghilterra hanno invece trovato fortuna Haman, Lemahn, Sané , Ballack e il meno conosciuto Huth, protagonista della leggendaria cavalcata dei Leicester di Ranieri. Tutti personaggi non di primissimo piano, onesti pedatori. E onesto pedatore fu a suo tempo lo stesso Klopp, al tempo in cui giocava, nel suo Mainz. Ma da allenatore il tedesco ha raggiunto risultati fenomenali in Inghilterra, col Liverpool. Due finali raggiunte in soli due anni, la seconda delle quali vincente, nel diciannove contro i londinesi del Tottenham. In Inghilterra con i rossi dell’Anfield ha complessivamente vinto una Champions, una Supercoppa europea, un Mondiale per club. Ha riportato nella città dei Beatles il titolo nazionale che mancava dai tempi eroici di Ian Rush, Beardsley, Nicol, Whelan. Con Kenny Dalglish che quell’anno giocò la sua ultima partita da allenatore giocatore, cosa abbastanza inusuale. Non tanto però da non ripetersi, decenni dopo in Germania, quando un giovane Jurgen Klopp, giocatore del Mainz, a stagione iniziata venne chiamato a sostituire l ‘esonerato Krautzun. Correva l’anno duemila e così cominciò la carriera di quello che sarebbe diventato uno degli allenatori più titolati e talentuosi degli ultimi anni. In patria la sua carriera passò per Dortmund, al Borussia, squadra con la quale riuscì a vincere ben due titoli nazionali, una coppa di Germania, riuscendo anche a raggiungere una finale di Champions, persa contro il Bayern. Coi gialloneri restò sette anni; fu proprio ad Iduna Park, tempio di una delle tifoserie più calde d’Europa che gli fu possibile sperimentare e mettere in pratica quella sua particolare idea di calcio che vive di una dinamica sinergia tra la squadra e la tifoseria, che si stimolano reciprocamente in “ciclo di esuberanza che si autoalimenta”. Iduna Park, e il muro giallonero; e poi Anfield, la Kop. Templi di un culto calcistico di cui l’allenatore tedesco si è dimostrato un formidabile officiante. Il libro di Honigstein ripercorre la storia calcistica, e non solo, di Jurgen Klopp, Dal momento della nascita, ed ancor prima, nella Foresta Nera, passando per Dortmund per poi dedicare, come è normale attendersi, un’attenzione speciale alla fase inglese, alla vittoria del diciannove. Il calcio agonico di Klopp, il calcio delle battaglie, dove si esce dal campo con la faccia sporca e la maglia zuppa di fango. Attraverso una ricostruzione puntuale e dettagliata, arricchita da aneddoti e storie curiose che si sono accumulate attorno a quello che è ormai diventato un personaggio su scala globale. Questo è il filo che unisce, l’intima trama di “Scatenate l’Inferno.

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