Recensione: "KARL MARX VALORIZZARE E SPENDERE IL SUO CAPITALE NEL XXI SECOLO".
"KARL MARX VALORIZZARE E SPENDERE IL SUO CAPITALE NEL XXI SECOLO" di Alessio Olivieri e Roberto Mapelli.
Dopo l’esplosione della crisi economica del 2008 e, anche e ancora, nella crisi pandemica attuale, Karl Marx è tornato ad essere un protagonista del dibattito politico-culturale e persino una specie di icona profetica rappresentata dai maggiori mass-media del mondo. Dopo i trent’anni “ingloriosi” del liberismo, dove Marx è stato trattato come un “cane morto” (come nel famoso giudizio staliniano riservato ad Hegel), dentro ad un crollo strutturale dell’economia capitalistica che sembra senza fine e senza capacità ciclica di recupero, il vecchio filosofo di Treviri è ricomparso un po’ dovunque, come lo spettro evocato nel suo Manifesto, anche se non incute quella terribile paura che procurò ai potenti del mondo nel 1848.
Poi il bicentenario della nascita (2018) ha visto una vera e propria Renaissance. Con alterni risultati, come sempre. Analisi e studi molto seri accanto a macchiettismo e pressapochismo alquanto imbarazzanti. Ma Marx è stato anche e però il simbolo del più grande movimento politico rivoluzionario nella storia della umanità, oggi oggettivamente e profondamente in crisi, e quindi, vicino all’approccio culturale, più o meno accademico, è ricomparsa la voglia di fede e di dottrina: molti sono tornati ad insistere per un “ritorno a Marx”, “che aveva già detto tutto e scoperto la vera natura del capitalismo”, se si intende capire perché esso stia necessariamente crollando, indipendentemente dalla esistenza o meno di un soggetto (così caro a Marx) in grado di costruire un modello economico e sociale migliore e alternativo al capitalismo in rovina. E in questa tendenza si è incorporato in una lettura omnicomprensiva di Marx anche la questione ecologica e la sua incidenza definitiva sulla sorte del capitalismo.
Altri invece, come in altre occasioni nella storia del marxismo, hanno visto in Marx un grande classico, ormai pronto ad essere “riabilitato” dall’oblio (politico) imposto dal liberismo, ma per essere comodamente e innocuamente piazzato sugli scaffali dei libri importanti e fondamentali, che, inesorabilmente però, non si aprono più.
Ecco noi, molto modestamente, pensiamo che queste due tendenze apparentemente antitetiche siano in verità assai solidali: concordi, cioè, nel trattare Marx non più come una strumento utilizzabile, cioè utile ad essere adattato e modificato a diverse situazioni tuttora urgenti di comprensione e trasformazione. Uno strumento, storicamente determinato e quindi mai perfetto, per capire, nella sua complessità generale la natura e la processualità aperta dello sviluppo della formazione sociale capitalistica. Non quindi una dottrina che di fatto spiega tutto del contesto attuale (che incredibilmente è stata formulata 150 anni fa in modo perfetto), e che ovviamente non necessità di alcuna correzione o aggiunta sostanziale, ne una elaborazione assolutamente chiusa nel suo tempo storico irrimediabilmente finito, perché assolutamente diverso si presenta il capitalismo di oggi rispetto a quello di cui testimoniava Marx.
Pensiamo modestamente che Marx, ed in particolare il suo modo specifico di ragionare del modo di produzione capitalistico, sia ancora molto utile, forse proprio perché il suo tentativo, non a caso assai travagliato e contraddittorio, fu proprio quello di tentare di tenere insieme funzioni strumentali di analisi di un contesto generale che si sviluppa (mantenendosi attivo) dentro a contesti storici e sociali in grado di differenziarsi prepotentemente e di orientarsi in direzioni plurime e spesso imprevedibili.
I saggi presenti in questo libro, senza alcuna pretesa di unicità o completezza, cercano di rintracciare in Marx (nelle letture di Marx che ci sembrano più efficaci) questo carattere strumentale aperto, capace di arricchire le possibilità di azione e di pensiero delle schiere degli attivisti anticapitalisti e socialisti del XXI secolo, ai cui, molto modestamente, siamo orgogliosi di partecipare.
Alessio Olivieri nasce a Genova e qui consegue il titolo di dottore di ricerca in “Pensiero politico”. Attivista dei movimenti sociali e della sinistra, collabora a più riprese con la rivista “Critica Marxista”, con saggi sul pensiero marxiano e sulla globalizzazione capitalistica. Aderisce alla International Gramsci Society (IGS) Italia. E' autore del libro, "LelioBasso. Per la rivoluzione in Occidente", Edizioni Punto Rosso (2015).
Roberto Mapelli vive e lavora a Milano ed è presidente della Associazione Culturale Punto Rosso. Ha pubblicato diversi libri, saggi ed articoli in Italia e all’estero. Con Alessio Olivieri ha curato l’edizione italiana delle ultime opere di Erik Olin Wright.
Collana Marx200Marx, 216 pagg. 20 Euro. ISBN 9788883512612
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