di Alfonso Gianni.

A proposito della presunta immaturità degli italiani ad affrontare un tema come l'eutanasia e il testamento biologico, lamentata ieri anche dalla relatrice Donata Lenzi nella sua pessima intervista su Repubblica, vale la pena di ricordare che 10 anni fa Il Sole24Ore riportava la seguente notizia: "Sette italiani su dieci sono favorevoli all’eutanasia: lo segnala un sondaggio Eurispes presentato al Senato come anticipazione del Rapporto Italia 2007, che avverte già dai primi anni Ottanta il cambiamento di tendenza. I contrari rappresentano invece il 23,5% del totale, mentre uno su dieci (8,5%) non ha saputo o non ha voluto dare una risposta. Rispetto allo scorso anno i favorevoli sono aumentati, facendo registrare un incremento di ben 26 punti percentuali. Il 74,7 per cento degli italiani (tre su quattro) esprimono parere favorevole all'introduzione del testamento biologico, previsto da un recente disegno di legge." La maggioranza a favore dell'eutanasia è stata riconfermata in una indagine recente sempre di Eurispes. Persino l'atteggiamento della Chiesa è cambiato, rispetto ai tempi di Welby (2006) e di Englaro (2009). In questi due casi diverse autorità religiose parlarono di "sentenza di morte" di "assassinio di stato". Ora i toni sono assai più prudenti e pensosi. Don Patricello sul quotidiano della Cei scrive: "Fabo, grazie ... ci costringi a riflettere su ciò che volentieri fingiamo di ignorare: la sofferenza umana, il suo peso, la sua grazia, il suo mistero". Già, il suo mistero. Tale rimane. Ma questo non ci impedisce di dare piena attuazione al principio dell'autodeterminazione. Anzi uno stato laico lo dovrebbe garantire in ogni caso.

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