di Renato Casaioli

PERUGIA - Giorni fa proprio su questo giornale, ragionavo sull’arroganza delle tre religioni monoteiste. Tutte e tre le credenze partono, sostenevo, dalla pretesa che loro hanno la verità, gli altri devono essere convertiti. La conferma che le mie riflessioni avevano un fondamento, è venuta dalla reazione con la quale la CEI ha respinto impettita come per lesa maestà, la proposta del ministro della pubblica istruzione Profumo.  “Una scuola più aperta e più multietnica, da realizzarsi attraverso una revisione dei programmi potenzialmente epocale”. Questo in sostanza il ragionamento del ministro. Non sono tenero nei confronti di questo governo, ma questa volta debbo dire che il ministro ha fatto un grande gesto. Se poi avrà la forza politica, il coraggio di andare fino in fondo, lo vedremo.

E’ insopportabile che ci siano insegnanti pagati dallo Stato e scelti dai vescovi, che vanno nelle aule delle scuole pubbliche a propagandare la fede cattolica. A fare catechismo sostanzialmente, anche se mascherato da una parvenza di studio delle religioni. Per quali motivi questo esercizio deve essere impartito da uomini appartenenti ad una fede. Lo studio delle religioni è indubbiamente una cosa seria, fa parte della storia dell’umanità e come tale, va indagato e insegnato in modo laico. La propaganda delle proprie idee le religioni tutte sono libere di farla nei modi dettati dalla Costituzione e nel rispetto delle leggi. Non si capisce perché uno studente debba uscire dall’aula, quando arriva l’insegnante di religione. Credo che i primi a pretendere il rispetto del Diritto, della laicità dello Stato, debbano essere proprio i cattolici. Se vogliono dare un senso vero al loro concetto del rispetto degli altri, dell’accoglienza verso il diverso, di cui tutti i giorni si riempiono la bocca, questo è il momento di dimostrarlo. Pretendere di avere un privilegio come movimento religioso, rispetto alle altre fedi, è superbia. Null’altro. I cittadini devono avvicinarsi ad una religione, ad un movimento politico, ad istanze culturali, sulla base di libere scelte, non perché indottrinati e l’ora di religione cattolica all’interno delle scuole è indottrinamento. Certo se in Italia ci fosse stata una classe politica dirigente, degna di questo nome, non si starebbe a dibattere di questi argomenti. Altre sono le priorità rispetto alla scuola, come in tanti altri campi della vita sociale.

Ma gli avvenimenti inquietanti del Lazio, ultimi in ordine di tempo, ci dicono di che levatura  intellettuale e morale è formata questa classe dirigente. Una postilla sul Lazio: il Vaticano appoggiò con tutto il suo peso la Polverini. Perché cattolica e soprattutto, perché aveva garantito la continuità delle convenzioni regionali con le cliniche gestite da Santa Romana Chiesa. Che il cardinale Bagnasco ora vada davanti ai microfoni a gridare tutto il suo sdegno per quello che è successo, è piuttosto ridicolo e insopportabile.

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