Il primo Consiglio Comunale di Perugia con il nuovo sindaco donna (di Lettera42)
Il primo giorno di Consiglio Comunale è un po' come il primo giorno di scuola. Il pubblico che non manca e che riempie la sala come un uovo (dal prossimo a trovarne tre di auditori ci sarà da prendere l'appuntamento), emozione, arrivi e partenze, pratiche burocratiche, spiegazioni su comportamenti, posti da assegnare, badge, scambi di battute, facce che si ritrovano, volti che arrivano la prima volta nell'assise perugina.
E' una giornata storica che racconta del primo sindaco donna, di Vittoria Ferdinandi che conquista la fascia tricolore al ballottaggio con Margherita Scoccia. Lo sapevamo dalla campagna elettorale che, comunque fosse andata, la prima cittadina per Perugia sarebbe stata una donna.
E così è andata: c'è il giuramento del nuovo sindaco, con il consigliere più anziano e più votato Matteo Giambartolomei che fa da Presidente del Consiglio e che detta il passo per l'elezione del Presidente effettivo. Per la Maggioranza il candidato è Elena Ranfa, l'opposizione non parla, non interviene nemmeno per il saluto istituzionale, neanche per presentare il suo candidato come Presidente del Consiglio Comunle. Sceglie di annullare le sue schede e lo fa in un modo che non è piaciuto a nessuno. Fermo restando che la campagna elettorale è finita da un pezzo, che è regolare l'elezione di Vittoria Ferdinandi, come di tutti i consiglieri presenti, a tutti è sembrata una mancanza di Fairplay politico, non intervenendo, non dichiarando il proprio candidato e annullando le schede. Le voci di corridoio, o se vogliamo essere più esatti, di sala affollata, e che sa di sudore per un caldo torrido da togliere il fiato, raccontano di telefonate dalla sala del consiglio a personaggi di spicco esterni che consigliano e dettano la linea. Pessima, lo ammetto, che ricalca un comportamento cieco e sbagliato già avuto in campagna elettorale. Siamo in una istituzione cittadina, che chiede ed esige il rispetto istituzionale prima e dei cittadini dopo. La campagna elettorale è roba di ieri, se non morta è sicuramente sepolta.
Sarebbe stato più giusto almeno il saluto con i ringraziamenti agli elettori da parte della candidata Margherita Scoccia, un modo per ricostruire la serenità intorbidita dalla campagna elettorare. Ma così non è stato. Se la linea è questa e se i consigliori sono questi, che sia così!
Il risultato finale dello scrutinio dice 21 vori (maggioranza più Sindaco) e 11 voti per l'opposizione (mancava il consigliere Nilo Ardudi, giustificato per malattia). Elena Ranfa non viene eletta oggi presidente del Consiglio Comunale, lo sarà la prossima seduta con il quorum di maggioranza assoluta.
La sindaca fa il suo saluto: 12 minuti per ringraziare e per le promesse di impegno, per salutare tutti coloro che hanno partecipato alla sfida, che l'hanno sostenuta e permesso di vincere. Il pubblico ascolta ed applaude con calore. Molti sono arrivati ed entrati un'ora e mezzo prima dell'orario di consiglio, un problema non da poco per la sicurezza e per il lavoro che con i colleghi dobbiamo svolgere. Nessuno si è preoccupato di allestire un minimo di servizio d'ordine per disciplinare gli ingressi. Certo ma cosa vuoi che possa accadere alla prima di un consiglio comunale? Nulla, lo sottolineiamo, ma il matto è sempre meglio prevenirlo che curarlo.
Due parole sulla composizione del consiglio. A partire dalla vecchia maggioranza con la sorpresa, a bocce ferme, di quanti non sono stati rieletti: dei vecchi assessori resta la Scoccia (candidata a sindaco) Tuteri, Varasano, Pastorelli, dei consiglieri anche meno, dei nuovi ci sono giovani di buone speranze che faranno la dura opposizione. A guardarla così sarebbe facile di tirare in ballo Caporetto o Waterloo, anche se nei conti del ballottaggio i voti di differenza erano ben pochi. Ma è il gioco del premio di maggioranza, chi vince piglia tutto. Un fatto, per il centro destra, da doersi ricordare nche per le prossime regionali, perchè dicono che l'esperienza aiuti a maturare e a non commettere due volte lo stesso errore. Lo dicono ma nessuno sottolinea il fatto che per non sbagliare ancora occorrerebbe testa, cuore e gambe. Almeno una delle caratteristiche personalmente non la vedo.
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