PERUGIA - I calcoli più prudenti dicono che nell'ultimo decennio sono stati realizzati almeno 30 mila alloggi abusivi ogni anno. Nove milioni di metri cubi di cemento che distruggono l'ambiente, le città e i territori. Che sfuggono alla legalità, non pagano un euro di imposte, maestranze impiegate al nero, cantieri senza sicurezza.

Quei nove milioni sono lo specchio amaro del declino italiano. Sono la denuncia della distanza che ci separa dal mondo civile. In nessun altro paese occidentale si conosce l'abusivismo. Esiste lo Stato che fa rispettare le regole e tutela gli interessi dei cittadini onesti. Da noi ha trionfato l'Italia fai da te. In queste ore, tutte le giustificazioni con cui tentano di approvare il quarto condono edilizio sono state demolite una dopo l'altra dai migliori osservatori della realtà italiana. Eppure vanno avanti lo stesso.

«Con il condono edilizio si incassano preziose risorse». Ieri sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella dimostrava il carattere truffaldino di questa affermazione. I condoni servono spesso per ottenere una legittimazione formale. Si paga la prima rata e poi si rientra nell'illegalità. Di legalità avremmo invece un bisogno estremo. Enrico Fontana nei preziosi volumi Ecomafia di Legambiente ha dimostrato che gran parte degli abusi edilizi commessi negli ultimi decenni servono alla criminalità organizzata per riciclare denaro. Possibile che non lo sappiano ministri e dirigenti del Pdl? No, non è possibile, lo sanno eccome. La questione non è evidentemente giudicata importante.

«Con il condono almeno si incassa qualche risorsa, tanto nessuno demolirebbe nulla». E chi l'ha detto? Se è vero che la filiera dell'abusivismo è in mano alle organizzazioni criminali è giunto il momento di far vedere che esiste un paese che vuole la legalità. Approvi dunque il Parlamento non il quarto condono, ma un provvedimento che affida ai Prefetti e alla Magistratura il compito di eseguire le demolizioni. E se la maggioranza ha già dimostrato come la pensa, sospendendo le demolizioni che dovevano essere eseguite in Campania, perché l'opposizione non delinea con chiarezza che c'è un'alternativa al baratro che ci sta inghiottendo?

Perché la posta in gioco è proprio il futuro dell'Italia. Dopo tre condoni edilizi, se arrivasse anche il quarto nessuno potrebbe più parlare di regole, di legalità, di sviluppo ordinato del territorio, di rispetto dell'ambiente. Saremmo un paese che dichiara fallimento e ciascuno si sentirà in diritto di fare ciò che vuole: costruire dovunque, inquinare le acque, cancellare il paesaggio.

Battere i malfattori del cemento e i loro protettori politici è dunque l'ultima occasione per tentare di rilanciare il paese. La Comunità europea afferma che nel 2020 l'80 per cento della popolazione dei paesi membri vivrà in ambiente urbano. La sfida per la ripresa economica e per il futuro delle nuove generazioni passa nel saper adeguare le città alle sfide di un futuro di innovazione tecnologica, di risparmio energetico, di qualità dell'aria.
Gli altri paesi europei stanno investendo sistematicamente in questo orizzonte. Le loro città vengono dotate di reti tecnologiche; demoliscono autostrade urbane per costruire reti di trasporto su ferro; avviano processi di riconversione ecologica. In Italia, di fronte alle periferie più brutte e disordinate d'Europa, vogliono approvare il quarto condono edilizio! Non saremo più competitivi e perderemo investimenti preziosi.

Se il governo venisse sconfitto da una battaglia limpida su una questione così importante, l'opposizione dimostrerebbe di saper interpretare le diffuse energie che in questi giorni si esprimono contro il condono. Sarà difficile: Sesto San Giovanni è infatti l'altra faccia dell'abusivismo. Anche lì attraverso l'urbanistica contrattata si cambiavano regole e si aumentavano a piacere le volumetrie da realizzare. Molti hanno fatto credere in questi anni che cancellando regole ne avremmo giovato tutti. La crisi in atto dimostra il contrario. E' ora di prendere atto dell'errore. E' ora di chiudere la fase dell'illegalità: basta con i condoni e con la truffa dell'urbanistica contrattata. Solo le regole potranno salvarci dal declino. 

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