Di Ciuenlai - La sinistra ha perso? La sinistra è distrutta? Niente paura ci sono i “Padri” (politicamente parlando, più ignobili che nobili) pronti a rimetterla in piedi e a rimediare ai suoi errori (che poi sarebbero i loro errori, ma sorvoliamo).

In questi giorni post elettorali è un pullulare di dichiarazioni e di ricette messe in campo dai “soliti noti”. Veltroni, Occhetto, D'Alema, Fassino, Cuperlo, Prodi e chi più rottamatori ha più ne metta. E allora “bisogna tornare tra la gente” (ma chi aveva smesso di farlo? Ah loro!), “occorre riattivare il rapporto con il popolo” (e chi sono quei disgraziati che avevano staccato la spina? Ah sempre loro), “Occorre ricostruire la sinistra” (Chi l'aveva abbattuta? Ah si lo sappiamo : loro, ancora loro).

E poi le ricette : “Un nuovo centrosinistra”, “una rinnovata sinistra di Governo”, “Un nuovo Pd”. Ancora!!!! Ci si domanderà, ma come mai, nonostante tutto, in campo ci sono ancora coloro che, tra le altre cose, oltre ad abbattere “la gauche”, sono riusciti anche a farsi fottere il partito da una cordata di democristiani?

Perchè in questi anni hanno fatto in modo che non crescesse nessuno e che le seconde file fossero impresentabili al loro cospetto. Questa è una generazione che ha partorito i Martina, Gli Orfini, gli Orlando i Migliore e cioè il “peggio” del panorama politico italiano. Una nomenclatura in grado solo di stare a galla accodandosi alle gonne del vincitore (fino a ieri Renzi). Ripetitori di formulette televisive in grado di far rimpiangere “i vecchi”. Ma finchè questo gruppo dirigente fallimentare non sparisce dalla scena politica, parlare di rinnovamento della sinistra è pura utopia.

In questa "tabula rasa", si può ripartire solo maneggiando con cautela e con le dovute correzioni qualche esperienza sindacale (La Fiom per esempio) e qualche intuizione politica (il brancaccio?) per ricavarne contenuti e leader in completa discontinuità col passato. Se no il popolo della sinistra continuerà ad essere “pentastellato” tutta la vita.

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