La povertà e il rischio esclusione sociale aumentano
di Stefano Vinti
Sono 13,4 milioni le persone a rischio povertà ed esclusione sociale, in Italia. Aumenta la popolazione in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, 2,8 milioni di persone, soprattutto al Centro e al Sud. L'autonomia differenziata aumenterà ulteriormente le diseguaglianze territoriali. Si diventa poveri anche perché non ci sono adeguate politiche di contrasto ai fattori che determinano la povertà, politiche inclusive fatte di percorsi che prendano a carico e supportino le persone ad uscire dalla marginalità, per la carenza dei servizi pubblici, e per quello che resta, non sono in grado di occuparsi dei bisogni complessi delle persone e delle famiglie disagiate. Bisogni che non sono solo economici ma anche, abitativi, sociali, sanitari, educativi e assistenziali.
Il governo Meloni non solo ha cancellato il Reddito di Cittadinanza, ma è contro un Salario minimo, ha azzerato i fondi per gli affitti e per la morosità incolpevole, e non investe nell'edizia residenziale pubblica oltre che nella sanità pubblica. Un vero odio contro la povertà!
Anche in Umbria cresce il rischio povertà, oltre 111 mila persone precipitano verso l'esclusione sociale: il 13% della popolazione, valore in aumento rispetto al 2022, quando si attestava sull'11,1%.
La Meloni e la Tesei fanno la stessa politica a vantaggio dei poteri forti e delle classi sociali in alto sulla graduatoria del reddito, lasciando le briciole ai poveri, ai proletari, ai lavoratori dipendenti, ai piccoli esercenti, agli artigiani. Oltre che assurde spese per gli armamenti.
Bisogna cambiare radicalmente registro.
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