UNA POESIA DI WALTER CREMONTE
Nell'appassionata, tragica e bellissima orazione funebre per Pasolini, Moravia disse ai presenti che di “poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo.... Il poeta dovrebbe esser sacro”.
È per questo che le parole che i poeti scrivono dovrebbero essere trattate “come qualcosa che dura”. Come parole che servono, che a pronunciarle ci salvano.
LE PAROLE CHE VOI BUTTATE
Le parole che voi buttate
vuoto a perdere ai bordi delle strade
le parole come poveri stracci
consumate rotte calpestate
le parole che avete consumato
e poi buttato
le parole che a voi non servono, grazie,
io voglio raccoglierle
e pronunciarle,
le parole come caldo e come freddo
e come tu e come io
e come tutto il mio
malinteso amore
le parole che a me servono, grazie,
e ancora
a pronunciarle mi salvano.
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