IL PIANO DI DRAGHI di Paolo Brutti
Come la maggior parte dei commentatori ho solo spulciato qua e là il ponderoso documento che va sotto il nome di Piano Draghi per la competitività dell’industria europea. La mia impressione è che non se ne farà nulla. Quindi è da buttare? No, va tenuto in considerazione come il discorso funebre della UE. Se Draghi avesse ragione, cioè o si decide un piano decennale sulla innovazione dell’ industria europea dal valore di ottocento miliardi di euro l’anno, finanziato con euro bond oppure è il declino, allora sarà il declino perché nessuno degli stati europei sarà d’accordo per un indebitamento di questa portata della finanza europe, da garantire attraverso nuove tasse. Sono indicati quattordici ambiti di intervento, tra i quali la produzione di armi, senza però indicare la ripartizione dei finanziamenti. A chi devono andare queste risorse? Alle imprese europee, senza indicare chi deciderà l’interesse pubblico dei loro progetti. Non voglio sostenere, come pure sarebbe giusto, che questo interesse pubblico sarebbe garantito solo se i nuovi complessi industriali vedessero una qualche forma di controllo pubblico ma almeno che la scelta delle nuove imprese da realizzare con i finanziamenti europei fossero decisi dal soggetto pubblico. Come accadde per la realizzazione di un “campione” europeo per la costruzione di aerei. Di questo non c’è traccia. Si ripercorrerà la strada del tutto inefficace dei fondi europei alle regioni, che è stata usata anche per il PNRR causandone la scarsa efficacia. Si allocano delle risorse finanziarie in ambiti spesso generici e li si accompagna da bandi di concorso, cui le imprese partecipano con progetti accolti dagli uffici europei con controlli di pura congruità formale. Questo modo di intendere la programmazione in realtà rende impossibile la programmazione stessa e può portare a gravi irregolarità e favoritismi.
Il piano Draghi pensa allaUE come ad uno Stato sovrano senza che ne abbia la fisionomia e l’architettura costituzionale. Per ora quello che la UE prenderebbe subito del piano Draghi è la realizzazione di una industria europea della difesa, coerentemente con la sua inclinazione bellicista e guerrafondaia. Chi di guerra ferisce di guerra perisce.
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