La Sinistra per Perugia ritiene che, dopo l'incontro di due giorni fa, tra la direzione relazioni Industriali Nestlè e i sindacati, il risultato è stato molto peggiore di quello che ci auguravamo.
Personalmente sono ancora più amareggiato di prima per il futuro di Perugina.
Vedremo cosa succederà nell’incontro, che si dice risolutivo, al Mise nei prossimi giorni.
Intanto le due parti sono ferme, da mesi, nelle rispettive posizioni.
Per ora la novità negativa sembra essere quella che, probabilmente, al termine dell'attuale piano triennale 2016-2018, il governo potrebbe concedere solo un anno in più. Questo significa che l'uscita delle persone sarà inevitabile e più rapida di quello che pensavamo.
Seguitiamo a ritenere, molto più convintamente che, data la fermezza dell'azienda nel ribadire le posizioni assunte fin dall'inizio, rispetto ai 364 esuberi di lavoratori, sbocchi positivi alla vertenza, con l'attuale politica sindacale non ce ne saranno.
Noi ribadiamo che serve un cambio di passo nell’azione sindacale, lo scontro con l’azienda ora riguarda il destino di questa fabbrica nell’universo Nestlè: c’è in ballo, a breve, l’esistenza stessa dello stabilimento.
Forse, quello di chiedere alla Nestlè di cedere Perugina, se non rientra più sia nelle priorità commerciali sia nella politica economica e finanziaria, resterà l'unica possibilità per salvare San Sisto e i livelli occupazionali.
La Sinistra per Perugia rimane, comunque, sempre al fianco dei lavoratori in ogni forma di lotta che intenderanno prendere, per la difesa di una grande realtà produttiva, ricca di esperienze, professionalità, cultura aziendale e marchi famosi in tutto il mondo.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

 

 

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