Sabato scorso anche io ho partecipato, insieme a molti compagni, a ex operai e impiegati, alla manifestazione in centro, indetta dalla RSU Perugina a sostegno della lotta che i lavoratori stanno conducendo per salvare le persone dichiarate in esubero dall’azienda.
La piazza si presentava piena di gente, molte bandiere al vento, di tutti i sindacati, quelle dei rappresentanti di altre fabbriche in lotta e di alcuni partiti politici.
Sul piano emozionale, stare di nuovo in mezzo a questi lavoratori, a quelli come me, è stato come tornare giovani, quando nel corso di quaranta anni abbiamo fatto tante e tante manifestazioni a difesa della Perugina.
Nel complesso il risultato dell’iniziativa lo considero importante. E' stata la prova tangibile delle preoccupazioni sull'occupazione che, non riguardano solo i 364 esuberi, ma interessano tutta la città. Inoltre i cittadini hanno dato un giudizio negativo sulla presenza e sulla politica industriale della Nestlè, poiché dal lontano 1988 solo lei ha preso le decisioni.
Possiamo dare un giudizio non positivo su coloro che, in tutti questi anni, non si sono opposti o sono stati condiscendenti, ma la responsabilità primaria resta comunque della proprietà.
Molti ritengono che i sindacati non siano stati, come ora, sempre all'altezza della situazione, ma confondere i ruoli e le responsabilità non è giusto e completamente sbagliato.
Il limite della manifestazione, secondo me, è stato quello della mancanza di una nuova linea industriale da contrapporre all'azienda. Questa poteva essere l'occasione giusta, forse l'ultima che rimaneva, per cambiare, dato che quella seguita sino ad ora non aveva portato risultati positivi.

Inoltre mi aspettavo che, data la piazza molto partecipativa, arrivasse la richiesta di una lotta molto più incisiva nei confronti della Nestlè, fino ad arrivare allo sciopero generale.
In ultimo è mancato il messaggio forte e chiaro da mandare, da quella piazza, alla Nestlè: Se la Perugina non è più nel suo interesse primario, sia degli affari che dei profitti, noi chiediamo che venga ceduta ad un gruppo industriale Italiano che creda nel potenziale economico, commerciale e sociale della Perugina.
Questa posizione andava anche inviata alla Giunta regionale, al Sindaco della città, al Governo nazionale, ai partiti, alle associazioni politiche, culturali e alla associazione regionale degli industriali.
Noi tutti crediamo nella Perugina e saremo sempre dalla parte dei lavoratori.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

 

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