di Sandro Roazzi

Il 2 luglio del 311 Milziade diventava vescovo di Roma, il Papa. Portava curiosamente il nome di un eroe ateniese parecchio discusso per la sua ...disinvoltura nel cambiare campo. A questo Papa, invece della inquieta Atene, toccò in sorte lʼImperatore Costantino, che diede ai cristiani libertà di culto e un primo luogo tutto loro, il Laterano. E sarà proprio il Patriarchio attorno a San Giovanni la prima sede papale. La Chiesa di Roma diventa gerarchia ed organizzazione grazie alla politica di questo Imperatore spregiudicato, ma capace di intendere i tempi nuovi. Nuova la religione, nuovo il potere laico.

Non a caso le prime ‘regole’ che rafforzeranno il ruolo della Chiesa cristiana vengono proprio da lui, da Costantino. E la prima battaglia alla luce del sole, da ecclesia libera, contro unʼeresia, il donatismo, vede lʼImperatore ‘vigilare’ sui lavori dei vescovi che la condannarono. Sarà però con Papa Silvestro che il connubio con Costantino si consoliderà, tanto da far fiorire quel falso famoso della “Donazione di Costantino” al Papa, che per secoli fu usato dalla Chiesa per validare il potere temporale (ed il primato del soglio di Pietro sulla ...politica laica) e il cui ‘film’ dellʼincontro fra Papa ed Imperatore si snoda sulle pareti affrescate di una sala del complesso dei Ss. Quattro a Roma, primo esempio di ...cronaca illustrata di un grande (se pur non vero) evento. Sarà Dante a confutare il valore legale di quellʼatto, sarà il Valla a dimostrare la sua falsità nel ʼ400.

La libertà in questo caso si è avvalsa di due convenienze, religiosa e statuale. Da quel momento nascerà un rapporto che per secoli ha oscillato fra due estremi: alleanza e scomunica del potere imperiale.
Una lunga strada che ha visto tramontare il potere temporale dei Papi, ma crescere la loro influenza sui grandi problemi dellʼumanità. Ultimo retaggio di quella lunga storia è rimasto un certo tradizionalismo cattolico, con il suo integralismo e il suo più... profano esercizio terreno di governo da parte della Curia.

Il Papato rivoluzionario di Francesco, il suo coraggio e il mutismo intellettualmente vuoto della sinistra laica e cattolica, diventata gregaria e stordita
Questo Papa, Francesco, sembra voler aprire una nuova pagina. Lo fa tentando di demolire le rigidità di una Chiesa-associazione a favore di una capacità evangelizzatrice che fa i conti con i problemi reali e chiede conforto non ai poteri dei Governi, ma semmai ad un Dio di misericordia. È il Papa delle opere, non delle... tessere. Si tornerebbe forse, se dipendesse solo da lui, a ...prima di Milziade. È singolare comunque constatare come questo comportamento riproponga un rapporto diretto fra Papa e cristiani, quasi fosse anche essa la manifestazione, su livelli etici e spirituali assai più nobili di quello che si vede in giro, una sorta di populismo...cattolico.
Non a caso uno dei temi più ricorrenti di questo Papato è la difesa della dignità del lavoro , spesso in termini assai piuʼ risoluti e per nulla ‘diplomatici’ del linguaggio usato da una buona parte sinistra che balbetta e si divide su ricette vuote di ideali e di cultura. La critica allʼattuale fase del capitalismo è praticamente fatta quasi in solitudine. E su grandi problemi come l’immigrazione o lʼambiente, poi, i giudizi papali mostrano di non avere alcuna sudditanza nei confronti dei potentati politici ed economici.
Cʼè da riflettere se questo sforzo sia da considerare come un ruolo di supplenza in attesa di una nuova cultura del lavoro e del rispetto della persona, o sia invece dettato dalla convinzione che sarà molto difficile poter contare nel breve su forze che sappiano ancora una volta fare sintesi di esigenze sociali e diritti disattesi. Lo stesso discorso fatto alla Cisl recentemente suona come un’indicazione di marcia che viene offerta, ma che comunque sta in piedi a prescindere dagli orientamenti futuri delle forze sociali di ispirazione cristiana (e non).

Insomma della sponda ...Costantiniana di quel ...311 sembra proprio che non sia rimasto nulla. Certo, stiamo parlando di un tentativo arduo in corso di questo Papato, come tale suscettibile anche di fallimento. E con le ambiguità inevitabili di un percorso umano e storico. Ma questa considerazione non dovrebbe far dimenticare che nel frattempo la riflessione culturale e sui valori di laici e credenti appare quanto mai discontinua e....tenue. Certo non in grado di dare risposte autorevoli e credibili alle sfide attuali. La testimonianza di questo Papa potrebbe essere utile ad entrambi per ...rifondare le proprie basi culturali e di impegno etico e politico. Una opportunità che non andrebbe perduta. Eppure ancora in questi giorni prevalgono i tatticismi, gli odi, i richiami fatti al futuro, come se fossimo ripiombati in una novella società di sofisti dove tutto ed il contrario del tutto finiscono per essere la stessa cosa.
Dopo Milziade il Papato conobbe vicende alterne ed il...trauma della fine dellʼImpero dʼOccidente. Ma acquisì una sua precisa fisionomia di cui comunque era debitrice a Costantino. Lo fece senza trascurare alcun particolare. E quando si volle eleggere un Papa che di nome faceva... Mercurio, decise che era tempo per il Papa di adottare nomi non più ...pagani, più ...santi. Consolidando ancor di più anche nei simboli la sua esistenza. Il mondo laico oggi sembra invece aver smarrito la forza dei simboli, delle tradizioni, della continuità dei valori. È un mondo politico che vive in ...affitto: a casa della tecnologia, della finanza, della geopolitica. Che diventano altrettante sudditanze. Quando invece c’è bisogno di pensiero libero, di strategie solidali, di riscoperta delle scelte migliori della sinistra (socialista in particolare) che fu.

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