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Forse è stato il primo vero angolo dedicato a Paolo Vinti a pochi giorni dalla sua scomparsa. Una serata in un locale, come tante, quella di ieri, scandita dalle note del gruppo di turno impegnato ad intrattenere il pubblico. Suoni che a un certo punto però si interrompono per lasciare spazio ad una voce che arriva da lontano. Cala il silenzio e gli sguardi cambiano. Perché la voce che sgorga dall’enorme impianto di amplificazione del pub è quella di Paul Beathens e della sua “Questione culturale”. Così il pubblico volge subito l’attenzione al piccolo schermo del computer portatile, sul quale scorrono le immagini di Paolo impegnato a spiegare e descrivere la natura e i contenuti delle sue riflessioni sulla cultura collegate alla politica, all’economica, alla sociologia, alla letteratura, all’antropologia e, non ultimi, ai mass media. Il video dura sei minuti spaccati e non ha neanche il tempo di sfumare completamente che subito parte l’applauso dei presenti. E con questi anche la dedica del frontman del gruppo, che ha volutamente deciso di rimanere nell’anonimato per rispettare la riservatezza con cui Paolo agiva quotidianamente. “Non vogliamo fare pubblicità -dichiara il cantante-, perché vogliamo mantenere il rispetto per il nostro Compagno, la delicatezza del suo ricordo e l’anonimato sui luoghi e sulle persone, perché Paolo non avvisava mai quando arrivava e non aveva certo bisogno di propaganda o presentazioni”. E in pochi istanti il ricordo di Paolo si fa concreto, perché in un lampo il musicista si infila una camicia e due cravatte intorno al collo in perfetto stile Paul Beathens. Chiudendo con una delle massime più conosciute e diffuse del Compagno Leggendario: “Tesi-ipotesi-sintesi, traiettoria-consistenza-realizzazione, pensiero-idea-programma-teoria-ideologia-rivoluzione”.

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