Non tema Ministra Fornero, la soluzione c'è. Le Sue lacrime non devono essere di dolore, il Suo animo non deve rimanere senza speranza, perché le misure draconiane che Lei stessa ha dovuto sottoscrivere non sono ineluttabili. Questa manovra che cade come una scure sulle teste delle lavoratrici e dei lavoratori, sulla classe media dell'Italia, non è l'unica soluzione possibile.

Ministra Fornero, asciughi pure le Sue lacrime e presti orecchio, ci faccia un sorriso. La Sua riforma delle pensioni, che tanto la fa soffrire, non è l'unica via d'uscita alla crisi del debito dell'Italia.
Ad esempio, invece di bloccare le indicizzazioni delle pensioni al di sopra dei 960€ (lordi!) potremmo tagliare quei 20 miliardi di € all'anno che lo Stato italiano dedica alle spese militari. Invece di alzare l'età pensionabile in modo iniquo ed inesorabile, fino a raggiungere i 66 anni nel 2018 (2012 per il settore pubblico), si potrebbe combattere l'evasione fiscale delle imposte dirette, che da sola rende circa 120 miliardi di € l'anno*.

A proposito: ma non dovevano pagare i ricchi?
Invece di alzare la soglia dell'età pensionabile si potrebbe fare una legge patrimoniale seria e con altrettanto rigore della Sua riforma pensionistica.

Cara Ministra Fornero, questa Sua manovra, nel complesso del pacchetto di austerità, colpisce in realtà la pancia dell'Italia produttiva e lascia intatti i veri patrimoni dei poteri forti. Capiamo che individuate nel lavoro umile ed onesto di milioni di italiani il vero succo dove spremere più soldi ed è per questo che consideriamo questa manovra iniqua.

Rifiutiamo perciò questa riforma che suona come una tangente che l'Italia deve pagare per restare nel giro delle grandi d'Europa. Ad essa preferiamo andare casa per casa a convincere la gente che è meglio salvaguardare il risparmio privato, il frutto di una vita di lavoro e contributi, piuttosto che mettere le mani in tasca alle cittadine e ai cittadini per per saldare il debito pubblico.

Un'ultima cosa cara Ministra: nelle stesse ore in cui il Suo Governo presentava una manovra che ci costringerà per 20 anni a vedere peggiorare la qualità della vita nostra, dei nostri genitori e dei nostri figli, abbiamo appreso anche la notizia della sua indignazione per la assenza tra le file del forum giovani di un numero congruo di donne. Ci rallegriamo per questa Sua protesta, essendo la questione di genere punto fondante del nostro agire politico e ci sentiamo, anche qui, di rassicurarLa, che lei un elemento chiaro di uguaglianza tra uomini e donne lo ha già fissato a chiare lettere nella sua riforma delle pensioni, allungando l'età lavorativa delle ultime, in un sol colpo, da 60 a 66 anni, sancendo così la sostanziale equiparazione tra uomo e donna per quanto riguarda i doveri che il lavoro ci impone.

Adesso però aspettiamo proposte sui diritti.

Alessandro Pacini
Capogruppo Rifondazione Comunista
Comune di Foligno
 

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