Negli ultimi 25 anni ci sono stati cambiamenti significativi, soprattutto per quanto riguarda le piogge. La stessa quantità d’acqua che prima cadeva in diversi mesi oggi può cadere in un giorno. Questa concentrazione di piogge improvvise e intense trova molti territori italiani in gravi situazioni con molteplici criticità, con terreni impermeabilizzati e costruzioni in zone non idonee. Il nostro Paese, in questi giorni, è stato pesantemente segnato da nubifragi e venti intensi, che hanno causato vittime e danni. Questa non è una semplice ondata di maltempo, ma è emergenza climatica. Proprio l’aumento di frequenza e intensità dei fenomeni meteorologi estremi, infatti, è uno dei sintomi più chiari dei mutamenti climatici in atto. Nel 2018 nel mondo si sono verificati 850 disastri naturali: frane, alluvioni, inondazioni, uragani, tempeste, siccità e ondate di calore. In Italia ci sono stati oltre cento eventi estremi. 'La crisi climatica è ormai tra noi e si sta sviluppando più rapidamente del previsto. Minaccia gli ecosistemi e la sopravvivenza dell'umanità', sostengono oltre undicimila ricercatori di tutto il mondo in un recente documento. Dovrebbe ormai essere evidente, persino ai negazionisti, che siamo di fronte a una vera emergenza ed è il momento di agire. È necessario dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale per impegnare il governo, regioni e comuni ad accelerare la transizione energetica per: ridurre le emissioni in tutti i settori produttivi e superare la dipendenza da fonti fossili, mediante un percorso condiviso. Coinvolge attivamente i principali settori produttivi, per dare avvio a un grande piano strutturale per la messa in sicurezza del territorio, la mitigazione del rischio e l’adattamento al climate change, la messa in sicurezza statica degli edifici, infrastrutture e l'incentivo alla mobilità alternativa. Contrastare i cambiamenti climatici, è anche un’opportunità per creare una nuovo modello di sviluppo sostenibile, equo, competitivo, creare posti di lavoro stabili e buoni e un futuro migliore per tutti.
La consapevolezza che qualcosa deve cambiare è aumentata molto in questi mesi, più di un milione di persone hanno preso parte al terzo Global Climate Strike in 180 città italiane, il 27 settembre scorso. E una partecipazione ampia è attesa per Il quarto sciopero globale fissato per il 29 novembre, lo slogan scelto per questa iniziativa è Block the planet. La giornata per il clima servirà, inoltre, per fare pressione verso i politici che si riuniranno a Madrid dal 2 al 13 dicembre, per la Cop25 (la conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici UNFCCC), affinché finalmente vengano intraprese azioni concrete per salvare la Terra.
In questa occasione, uniti tutti insieme, si potrebbe richiedere l’approvazione di una dichiarazione di emergenza climatica e ambientale anche nei nostri territori. Poiché non c'è un pianeta B, servono azioni concrete a ogni livello.

Fosco Taccini

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