NOME NUOVO, MARCHIO VECCHIO
Di Ciuenlai - Annunciare un nuovo partito, chiamato “I Democratici”, è già una contraddizione in termini. La prima cosa che viene eliminata è proprio la parola partito dal nome e allora che partito è?
E’ la riedizione sotto “mentite spoglie” di quello che abbiamo visto dal dopo Natta in poi. Un lungo periodo nel quale, quelli che “ vengo dopo il Pci” ci hanno sfondato le orecchie e allucinato gli occhi con la parola “nuovo” per conservare“il vecchio” , cioè loro e non fare i conti con la necessità di aprire una fase diversa dell’alternativa al capitalismo .
La cartina di tornasole che sarà così anche stavolta? Le dichiarazione sperticate di appoggio all’enunciazione di Zingaretti di tutti i maggiorenti e “correntisti” del Pd. Cioè il nuovo partito avrà ancora come protagonisti la V colonna di Renzi (Romano, Marcucci, Lotti, la Serracchiani, la Moretti, la Morani, la Paita, l’Ascani, la Bonafè, Guerini, Nardella, Orfini, Scalfarotto, la Barracciu e compagnia), con il supporto della Lorenzin, di De Luca, Gentiloni, Morando, la Madia, la Pinotti, la Mogherini, Poletti, Rutelli, Fassino , Chiamparino, Sala, Gori. e di una carrettata di Dc come Del Rio , Franceschini, Fioroni , Boccia, Castagnetti e via sbiancando.
Per fare sul serio bisognerebbe togliersi d’intorno tutto questo ingombro e ripartire da tutto ciò che si muove a sinistra nella società e dalle organizzazioni, Cgil in primis, che ancora stanno dentro i processi reali. Zingaretti non può farlo, perché è un loro prodotto e non può cambiare marca, se no va fuori mercato.
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