di Stefano Vinti.

Il presidente di Confindustria, Bonomi, ha lanciato la sua organizzazione a testa bassa contro il governo, vuole strappare un posto riservato agli industriali al banchetto che gestirà i miliardi che arriveranno dall'Europa per uscire dalla recessione economica. E' la stessa organizzazione che prima critica lo strumento della cassa integrazione mettendo in 'cassa' i giornalisti del Sole24ore (il suo quotidiano) e ora propone un cambio della legislazione del lavoro con l'introduzione indiscriminato del libero licenziamento e della abolizione del contratto collettivo nazionale di lavoro. In sostanza propone un ritorno alle condizioni dell'800, in fabbrica e nei luoghi di lavoro. Inoltre, il Bonomi, un imprenditore farlocco della Brianza, auspica la nascita di una democrazia ''negoziale', in sostanza una terza Camera chiamata Confindustria. Un delirio che evidenzia la natura rozza e primitiva della direzione politica e sociale della più importante associazione padronale d'Italia.
Un progetto che va battuto, sul nascere, con una piattaforma politica e sociale radicalmente alternativa, rendendo protagonisti le lavoratrici e i lavoratori, mobilitandosi, rovesciando l'idea di Bonomi che i lavoratori pagano e i manager incassano.

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