di Renzo Massarelli

 

PERUGIA - Le città medievali sono nate grazie alle persone che l'hanno fondate e si sono poi sviluppate grazie alle varie corporazioni degli artigiani e dei commercianti. Dunque, prima è nato l'uovo, cioè i cittadini, e solo successivamente la gallina, e cioè i servizi che servivano a trasformare un borgo in un luogo complesso come la città. Oggi, dentro le stesse mura e dopo tanti secoli, sono quasi scomparsi gli artigiani, si sono moltiplicati i commercianti e si sono rarefatti i residenti che, nel tempo moderno, hanno trovato più confortevole abitare nella città nuova, libera ormai, si capisce, dai pericoli dei nemici invasori. La città antica è stata per secoli un centro commerciale naturale e lo è restata sino al secolo scorso, poi è arrivata la grande corsa verso la pianura sconfinata del contado perugino dove, insieme ai nuovi cittadini, si sono sviluppate le attività del terziario. Oggi, al piano terra dei palazzi nobiliari dell'acropoli ci sono molti negozi che aspettano i clienti della città nuova, i turisti, i giovani studenti e magari qualche residente. Naturalmente i negozi di oggi sono molto diversi da quelli del passato, fanno parte di una cultura non più legata a quella della città ma partecipano a quel grande processo di omologazione che tocca la nostra stessa vita, ogni giorno. Essendo tutti uguali, il loro indirizzo è del tutto superfluo. Possono trovarsi in ogni luogo ed avere così la stessa utilità per i clienti. Allora, cosa vorranno mai dire la stessa Regione che ha approvato una legge e il Comune che si appresta a utilizzarla quando si torna a parlare di "Centro commerciale naturale" per il centro di Perugia o per le altre città antiche dell'Umbria?

Pare che gli esercenti che saranno capaci di attuare processi innovativi potranno contare su degli incentivi interessanti. Bene. Così torna, per ora, il vecchio e abusato slogan del centro commerciale naturale del quale i commercianti e qualche voce politica parlano da un tempo infinito dimenticando che la città è un organismo molto più complesso. Dove stanno le esigenze e, magari, i desideri dei residenti che con la loro presenza tengono, diciamo, aperto e vitale, per quel che è possibile, il centro storico? e dove sta un progetto di mobilità dolce assolutamente necessario in un centro storico come questo? Avremo i progetti innovativi accanto alla presenza invadente delle auto, alle piazze trasformate in parcheggi permanenti, alle innumerevoli pizzerie e birrerie poste tutte nelle zone della movida e negli altri punti strategici dove si muove la varia umanità dei giovani, magari il turismo e molto meno la città di chi in questo centro antico vive e lavora? Avremo i progetti innovativi lungo corso Vannucci trasformato per molti mesi dell'anno in una specie di Fast food? Se la legge, comunque, potrà liberarci da negozi con le luci al neon e tanto cattivo gusto potremmo già pensare di aver fatto un passo in avanti.

Un ripensamento dell'offerta commerciale nel centro storico tutto orientato ormai, per ciò che riguarda le nuove presenze, alla vendite di alcolici e pizzette al taglio, i fast food del fast food, ha bisogno di un progetto per la città dove sia chiaro a tutti che il commercio nasce dopo la residenza e la memoria di chi questa città l'ha splendidamente edificata. Il commercio può migliorarsi e cambiare mentalità, modi di pensare vecchi e corporativi, se sappiamo dove vogliamo andare. Lo sappiamo davvero? Uno slogan vetusto e un disegno sulla carta che ci parla di "assi commerciali" che tutti conoscono e che ricalcano le cinque strade regali che stanno lì da quasi mille anni non farà rinascere né il commercio e tanto meno la città. Si dovranno fare delle scelte, programmare, aprire una nuova fase virtuosa con nuove regole e nuove opportunità. Mentre discutiamo di questi problemi si riapre il discorso del mercato coperto e della spinosissima questione degli esercenti sopravvissuti alla lunga agonia. E' qui che si misurerà, in concreto, la capacità di innovazione, non solo degli esercenti, ma della politica, in primo luogo di quella che da alcuni mesi ha preso a governare questa città.

 

 

 

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