Mercedes Contreras “Nightshade”: “Non riesco a vivere in modo diverso…”
di Fosco Taccini
Esterno: tramonto, oppure è l’alba?
La prima fase di consenso mi arriva da Andrea Carlo Cappi. Segue, quindi, la fase di comunicazione con François Torrent attraverso una connessione approntata, ad arte, da Harvey Banks (Sezione D). Il preambolo alla fase successiva prevede: attesa.
Questo criptico avvio per avere la possibilità di intervistare “l’agente a contratto specializzata in… eliminazioni”.
Finalmente, non è stato facile entrare in contatto con te. Iniziamo da quello che si può rivelare… Mercedes Contreras quando diventa Nightshade?
Più o meno nell'autunno 2001, quando fui reclutata dalla "vecchia" Sezione D, l'inconfessabile reparto della CIA nato dopo l'11 Settembre e chiuso tre anni dopo. Il vicedirettore della Sezione D usava come nomi in codice quelli di supereroi e supecriminali dei fumetti; io ricordavo un'avversaria di Capitan America che si chiamava "Nightshade" e scelsi quello.
E Soledad?
È l'alias a cui devo fare ricorso ogni tanto, specie quando - come in questo periodo - non solo non posso farmi vedere troppo in giro, ma è pericoloso pronunciare persino il mio solito nome in codice. La scelta di "Soledad" è... colpa del mio amico e mentore Paco Torrent, e della sua passione per l'attrice spagnola Soledad Miranda, di cui credo mi abbia fatto vedere tutti i film.
Più destino o scelta di vita?
Fu una scelta quando cominciai e una maledizione negli anni successivi. Fu destino quando, dopo essermi ritirata per un po', fui trascinata di nuovo nel gioco. Visto che da allora non ne sono più uscita, penso di essere io stessa la causa dei miei guai. Potrei lasciar perdere tutto, ma non ho mai imparato ad arrendermi.
Come ti definiresti?
Bella domanda. Senz'altro una guerriera, come mi è stato insegnato fin dall'infanzia. Ora non riesco a vivere in modo diverso.
Arma preferita?
Tutte e nessuna: a Cayo Almirante, il guro Ballesteros mi insegnò a usare qualsiasi cosa come arma, anche gli oggetti più impensabili.. Impiego ogni arma di fuoco mi trovi a disposizione - non sempre si può scegliere - e non disdegno il karambit, il pugnale ricurvo indonesiano, anche se quella è l'arma di elezione della mia ex rivale Sickrose. Dopotutto, abbiamo avuto lo stesso maestro.
Quali sono le caratteristiche della “nuova” Sezione D?
Abbiamo ripreso quel nome, ma in realtà non siamo la "sezione" di nulla. Siamo un gruppo di spie senza padrone: collaboriamo con vari servizi segreti occidentali, senza essere agli ordini di nessuno. Alcuni di noi sono "operatori indipendenti", come Paco Torrent o come Carlo Medina e i suoi collaboratori; Black è un detective privato senza licenza in Spagna; Harvey, il nostro informatico, è "in prestito" dalla CIA da tanto tempo che forse a Langley si sono scordati di lui. Cleo è la nostra intermediaria con i servizi italiani, mentre presso quelli spagnoli io stessa sono di casa da parecchio tempo. Ogni tanto ho avuto a che fare con Kane, uno sniper britannico, e ricordo i vecchi tempi con Chance, il Professionista. Posso contare anche sull'equipaggio della nave Solitaire. Quanto alle ragazze della Stazione Berlino... be', sono tutte "sopravvissute", ognuna a suo modo.
Raccontaci un particolare eccentrico di una tua missione
Forse il più eccentrico di tutti risale al Programma Firebird. Per parecchio tempo Rosa Kerr - "Sickrose", per usare il suo nome di battaglia - era stata mia avversaria, una sorta di versione oscura di me stessa. Ci eravamo scontrate diverse volte, senza che nessuna delle due riuscisse ad avere la meglio sull'altra. Sembravamo destinate a diventare nemiche per sempre... fino al giorno in cui ci trovammo entrambe sulla stessa lista nera e unimmo le forze. Ora siamo dalla stessa parte... più o meno, perché è parecchio che non lavoriamo insieme.
Scenario di impiego a te più congeniale?
Temo che lo scenario migliore, quello in cui mi trovo più a mio agio, sia... il peggiore possibile. Quando la situazione è a un passo dal disastro, quando un conto alla rovescia sta per arrivare allo zero... quelli sono i momenti in cui mi sento più lucida.
“Legione Ombra”, in questa nuova avventura, tu e la tua squadra siete impegnati su diversi fronti…
Parecchi. Medina e io siamo andati in Belgio per recuperare un agente russo in fuga, abbiamo collaborato con …
… Aguilera Povedano, che aveva indagato sulla vicenda per suo conto. E poi, come sempre... la situazione a un passo dal disastro, il conto alla rovescia che si avvicina allo zero. Il mio ambiente naturale.
La connessione si interrompe, ma…
Per trovarsi al centro dell’azione, di situazioni e scenari come quelli descritti in questa intervista, il consiglio è di leggere: François Torrent – Agente Nightshade – Operazione Ombra – Segretissimo Mondadori.
Foto: una rara immagine di Mercy "Nightshade" Contreras, grazie a Andrea Carlo Cappi.
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