da rassegna.it

PERUGIA - “Un insieme di misure tempestive e ambiziose, che danno il segnale di cui si aveva molto bisogno di un nuovo approccio in politica economica”. La manovra varata dal Governo Monti piace all'Ue come si capisce da queste parole del vice presidente della Commissione europea responsabile per l'euro Olli Rehn, per il quale adesso “è cruciale mantenere lo slancio sulle riforme economiche e sul rinnovamento politico per prendere altre decisioni che possano portare più crescita e più e migliori posti di lavoro in modo equo”.

Anche la risposta dei cosiddetti mercati appare molto positiva: nelle prime contrattazioni, dopo il varo della manovra Monti, il differenziale tra Btp e Bund tedeschi (spread) cala a quota 425 punti, nettamente in discesa rispetto alle quotazioni di venerdì. Di pari passo la Borsa di Milano apre in forte rialzo, oltre il 2%, ed è la migliore piazza a livello europeo.

Il dibattito interno alla politica italiana, dopo che ieri è arrivato un giudizio fortemente negativo da parte dei sindacati, è invece caratterizzato da toni diversi. Per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, intervistato ieri a “Che tempo che fa”, la manovra di Monti è “molto dura e non risponde del tutto ai nostri criteri di equità”. “Lavoreremo affinché l'equità sia ancora più forte perché - spiega - se qualche passo è stato fatto, non risponde del tutto alle nostre aspettative”.

Bersani dice di condividere l'impianto della manovra “nei principi generali”, meno “sulla rapidità, sui tempi dell'approccio”. In particolare il segretario del Pd si riferisce alle modifiche apportate dal governo alle norme previdenziali il cui sistema “tende ad arrivare ad una sostanziale unificazione della vecchiaia e dell'anzianità con meccanismi di flessibilità in entrata e uscita”.

Anche sulla rivalutazione degli assegni “ci vorrebbe ancora qualche ritocco” dice ancora Bersani che ha comunque apprezzato la decisione di rivedere il blocco delle indicizzazioni anche per le pensioni tra il minimo e i circa mille euro. Sull'evasione fiscale, invece, il Pd vuole vedere meglio le norme per dare un giudizio: “Noi abbiamo proposto un rafforzamento molto netto dei meccanismi di lotta all'evasione, con l'utilizzo delle banche dati per i controlli affinché la fedeltà fiscale diventi la normalità e come si fa in Paesi come Francia e Germania. Credo - ha aggiunto - che questo sarà un punto sul quale mettere bene le lenti”.

Dall'altra sponda, quella Pdl, il segretario Angelino Alfano parla di un Governo che ora “è più forte, ma che potrebbe indebolirsi se questa manovra produrrà una forte reazione sociale che il Governo non sarà capace di reggere, o se avrà contraccolpi negativi sui mercati finanziari. Bisogna aspettare per dare una risposta seria”.

Alfano ricorda poi come il Pdl si sia battuto “per evitare eccessi come la pressoché totale eliminazione della circolazione del contante: un conto è combattere l'evasione, l'altro eliminare il contante. E non c'è dubbio che il 'no' all'aumento dell'Irpef, se confermato, vuol dire che è passata la nostra impostazione di non colpire i soliti noti. Ne sono contento”.

Durissimo invece il commento della Lega che definisce la manovra “iniqua, perché colpisce chi ha un reddito fisso e i pensionati” e “recessiva, perché prevede soltanto aumenti di pressione fiscale, anche odiosi come quello sulla prima casa, che vanno a colpire il ceto medio vale a dire la parte sana e produttiva del Paese che consente la stabilità sociale”. Per Roberto Maroni la stretta sulle pensioni è una “rapina” perché “se passiamo da 40 anni di anzianità a 42” non si passerà anche “dall'80 all'82% del rendimento”. Rapina “aggravata” se “aggiungiamo l'applicazione dell'adeguamento Istat”.

Da sinistra è da registrare invece l'appello di Paolo Ferrero, segretario rieletto di Rifondazione Comunista, al leader di Sel Nichi Vendola per "realizzare l'unità della sinistra" cominciando ad "opporsi a questa manovra iniqua e recessiva", contro la quale, propone Ferrero: "Chiediamo al sindacato lo sciopero generale e lavoriamo alla costruzione delgli stati generali dell'opposizione per gennaio". 

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