Una Manovra di Classe
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di Giorgio Becchetti*
BASTIA UMBRA - Il governo Monti con la sua manovra del 4 dicembre ha sferrato una vera e propria aggressione contro i lavoratori e i ceti popolari (famiglie, pensionati, giovani, studenti, precari, disoccupati, cassintegrati).
Un attacco che nelle prossime settimane farà sentire effetti devastanti anche sul sofferente tessuto sociale e lavorativo del nostro territorio, già indebolito dalla crisi, dove si moltiplicano le chiusure e i ridimensionamenti drastici di aziende di ogni settore, con la conseguente perdita di migliaia di posti lavoro.
Nella manovra Monti, infatti, non c’è nessun intervento strutturale che possa avere una qualche ricaduta positiva sull'industria locale e nella moribonda edilizia, a partire, per esempio, dall'incentivazione del risparmio energetico, o, come poteva essere, un piano di piccole e grandi opere per il recupero e la messa in sicurezza del territorio e dei centri storici. Non c'è alcun contrasto vero al lavoro nero, all'illegalità e all'evasione fiscale, che segnano pesantemente tutto il settore delle costruzioni e del commercio, con gravissime infiltrazioni mafiose e camorristiche anche nella nostra regione.
Il DURC per congruità negli appalti privati (per tutte le aziende) e la qualificazione delle imprese, con il conseguente elevato recupero di gettito fiscale (Irpef, Iva) poteva essere una strada percorribile, anche visti i passi avanti già fatti dalle parti sociali in questo campo. E invece nulla di tutto ciò!
La mancanza di una patrimoniale strutturale e di una tassazione delle rendite finanziarie, la riproposizione di una Ici maggiorata (Imu) sulla prima casa, gli aumenti dell'Iva e dei prodotti energetici saranno la causa di ulteriori inaccettabili effetti recessivi su una economia locale e nazionale già alle corde!
Il sistema pensionistico viene di fatto distrutto, obbligando le lavoratrici e i lavoratori anziani a restare al lavoro 1-2-3 anni in più, per arrivare più tardi e con assegni più leggeri, in pensione. I pensionati, col blocco dell'indicizzazione (il 75% delle pensioni sono sotto i 950 euro!) resteranno indifesi nei confronti di un’inflazione, che è già al 3,5% e che continuerà a crescere indisturbata.
Questo innalzamento drastico dell'età di accesso alle pensioni appare come una punizione insostenibile per tutti, e più in particolare per coloro che hanno nella fatica, nell'usura fisica, nel pericolo costante, la propria condizione lavorativa quotidiana!
I giovani (che vengono falsamente presentati come i beneficiari della manovra) troveranno sempre più spesso i posti di lavoro occupati da anziani a cui sarà vietato andare in pensione.
Vengono aumentate le tasse che colpiscono i lavoratori e i redditi medio bassi (l’IVA, le addizionali Irpef locali, le accise sulla benzina, l’ICI sulla prima casa, i ticket sanitari) a fronte di salari e stipendi medi fra i più bassi d'Europa.
Vengono ulteriormente tagliati i finanziamenti alle regioni e agli enti locali (5 miliardi in meno) mettendo a rischio e abbassando la tutela e la rete di tutti i servizi pubblici, (dalla sanità ai trasporti) che ci costeranno sempre di più.
Presto arriverà la riforma del mercato del lavoro, con la promessa cancellazione dell’articolo 18 e il definitivo smantellamento di quello che resta, dopo anni di attacchi, dell'insieme dei diritti dei lavoratori
Nel frattempo i ricchi non vengono toccati, anzi, una parte delle risorse tagliate ai ceti popolari andrà a coprire gli sgravi fiscali per le aziende, consentendo ai padroni elevati e sicuri profitti
La manovra “tecnica” è una patrimoniale al contrario che sottrae decine di miliardi al reddito dei cittadini per metterli nelle tasche della finanza, delle banche, del quel 10% già schifosamente ricco di questo paese. Inoltre, la somma delle manovre di Berlusconi e di Monti aggraverà la recessione già in atto facendo perdere altre centinaia di migliaia di posti di lavoro su scala nazionale.
Per tutto questo, nonostante le difficoltà, lunedì 12 dicembre siamo in piazza, in presidio e in sciopero sotto la Prefettura di Perugia per manifestare tutta la nostra rabbia, per respingere questa manovra classista! Dobbiamo essere consapevoli che solo con lotta, solo lavorando per un vero grande Sciopero Generale che non si fermi a qualche cambiamento di facciata della porcheria “tecnica” di Monti, e solo facendo finalmente pagare quel 10% di società che detiene e amministra enormi ricchezze, potremo avere equità e maggiore giustizia sociale.
Mobilitiamoci nei posti di lavoro e nel territorio contro il modello sociale Monti-Marchionne! Il governo Monti non è tecnico, è di destra! Solo con l'estensione delle lotte e la generalizzazione vera dello sciopero e possibile batterlo!
*Fillea Cgil-Camera del Lavoro Bastia Umbra
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