Il manifesto della paura
Di Ciuenlai - Le firme sotto il manifesto di un certo Calenda, sono firme di paura. La paura di sparire. Il ceto politico che si è “fatto tondo” sotto le bandiere del centrosinistra, mettendosi al servizio dei poteri finanziari e dei “pariolini”, ha smesso di scommettere sul Pd, che è una busta d’acqua, con un botto di fori che perde liquido da tutte le parti.
E allora si va verso la soluzione “tutti dentro”, che non è altro che la versione robusta della strategia Dalemiana dell’Aggiungi un posto a tavola della famosa Unione, che andava da Mastella al Prc. Stavolta senza sigle di partito ma con finte liste civiche, ispirate da personaggi di area Pd e dintorni e dintorni, senza badare a delimitazioni e/o appartenenze di sorta.
Insomma Raccoglieranno, sotto false bandiere, democristiani di ogni ordine e grado, liberali e liberisti falliti e scacciati dalle case originarie, nostalgici della “ditta”, ambientalisti alla tedesca (cioè moderati che si vestono di verde), ex rottamatori che non vogliono correre il rischio di essere rottamati, rappresentanti della burocrazia esecutiva del disegno di riorganizzazione capitalistica, forzisti che non riescono a trovare un buco nella Lega, Brancaleoni in cerca di glorie perdute e, in definitiva, tutto quello che fa opportunismo.
Questa congrega che mischia “il diavolo con l’acqua santa”, sarà sostenuta a reti e pagine unificate da tutti media possibili ed immaginabili, da tutti i commentatori, da TV “vicolo corto” ai maggiori network. Del resto sono mesi che ci propinano un tizio di nome Calenda, che non ha alcun ruolo istituzionale, politico, sociale o economico. E’ solo uno dei tanti, troppi, “mi manda Picone” del momento. Ma deve essere un Picone molto grosso, visto che gli vanno tutti dietro.
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