di Paolo Brutti.

La discussione politica si concentra sulle elezioni anche se c’è poco da dire. La legge elettorale avvantaggia chi vince nei collegi uninominali e nei collegi vince chi ha gli apparentamenti più forti. Poiché è del tutto evidente anche ai bambini che il sistema di apparentamenti più forte ce l’ha la destra, soprattutto dopo che il PD ha seppellito l’apparentamenti con i 5S rei di draghicidio, allora la destra vincerà. Punto. Si poteva fare altro? Sì. Perché non lo si è fatto? Perché Letta ha scommesso tutto il cucuzzaro sul riuscire ad essere la lista più votata, in modo da essere chiamata da Mattarella alla ricognizione e dare qualche carta. Piano che richiama il Veltroni del 2008, che per inseguire il primato affondò la sinistra e fece vincere Berlusconi. Ripetere quella via con la Meloni in carrozza pone il quoziente politico di Letta a livello di un primate. O forse c’è un ordine che viene dall’alto a cui non si può disobbedire.
Intanto una tempesta si addensano sull’autunno. Il costo dell’energia si sta facendo insostenibile per la UE e la GB. Questo non vale per gli USA, la Cina e gli altri brics. Se si ferma la manifattura tedesca di ferma l’Italia, già colpita pesantemente dal rimbalzo delle sanzioni. La energia non costa di più perché la Russia ce la da col contagocce ma perché
I prezzi sono diventati volatili per la trasformazione del mercato energetico da mercato dei beni a mercato dei titoli che esprimono quei beni. Questo ha indotto una speculazione finanziaria che ha creato una enorme bolla speculativa. Solo un nuovo accordo per la riapertura del gasdotto North Stream 2 può porre fine a questo. Draghi ha detto oggi che fino al 2024 saremo dipendenti dalla Russia e poi dalle navi metaniere che non seguono gli oleodotti ma i prezzi che gli acquirenti sono disposti a pagare. Dio ci salvi dagli gnomi di Amsterdam, è più amichevole la Gazprom.
Una profonda crisi economica e sociale è alle porte. L’eccezione italiana è che manca un partito del socialismo, del lavoro, dell’ambiente e della pace e con esso manca lo strumento fondamentale per la difesa dei lavoratori e dei pensionati, dei precari, dei disoccupati. Il PD non lo è e non lo vuole essere. Cominciamo a costruirlo nella prova che si avvicina.
 

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