di Stefano Vinti 

Tutti i sondaggi dimostrano che il popolo italiano non la pensa affatto come la maggioranza del Parlamento, che fatta eccezione per il M5S e SI, è schierato per soddisfare le richieste guerrafondaie della NATO. Infatti, il sondaggio di Alessandra Ghisleri, Euromedia,  pubblicato da La Stampa, attribuisce il 52% degli italiani contrario all'invio di armi all'Ucraina e il 68% che rifiuta un intervento NATO nella guerra. Per il no alle armi è  il 54,6% dell'elettorato di FdI, il 71, 5% dell'elettorato della Lega e del 66,4% del M5S. Mentre i sostenitori dell' aiuto militare all' Ucraina si fermano al 39,9%.
Secondo la rilevazione dell'istituto di Antonio Noto, un'ampia maggioranza degli intervistati, il 49% è contraria all'invio di armi a Kiev, a fronte del 34% di favorevoli e il 17% di indecisi.
Nel sondaggio commissionato da Greepeace Italia a SWG, il 55% degli intervistati boccia la proposta del governo di portare il budget della Difesa al 2% del PIL entro il 2028, mentre i favorevoli sono il 23%.
Dunque, ora il problema è: chi intende rappresentare questa volontà dell'opinione pubblica? Personalmente ritengo che occorra ripartire dalla piattaforma della manifestazione del 5 novembre a Roma, costruendola dal 'basso', nelle città, nei luoghi di studio e di lavoro, nei territori, in modo plurale e inclusivo.
Popoli della bandiera arcobaleno, avanti!

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