di Roberto Musacchio.

Si può dire quello che si vuole ma questa crisi ha rimesso in moto molte cose.
L'attenzione è alta anche tra le persone "normali". Che hanno mostrato paure (per Salvini) e desideri (di cambiamento).
La voglia di non darla vinta a Salvini che aveva aperto la crisi per prendere tutto il potere è stata forte in quella parte della società che più è impegnata contro le sue politiche. Paura? Anche. Paura motivata per ciò che è successo e può ancora peggiorare. Paura che però ha accompagnato mobilitazioni. Più che la paura dei partiti di perdere le elezioni, paura nella società per ciò che si vive.
Questa paura ha trovato sponda nelle regole democratiche. La situazione era dversa da altre volte. Non c'era un ribaltone contro chi aveva vinto le elezioni ma una difesa del sistema parlamentare da chi voleva prendere tutto il potere. La repubblica parlamentare costituzionale regge ancora anche se è ammaccata dai danni fatti dalla seconda repubblica col maggioritario.
I partiti sono cambiati strada facendo. Probabilmente c'era una inerzia iniziale verso le elezioni. La paura non stava principalmente in loro. La Lega voleva il potere. Il Pd poteva accontentarsi di un secondo posto che regolasse questioni interne e lo rilanciasse come base del bipolarismo. I Cinquestelle erano in mezzo al guado dopo che il voto per Ursula Von der Leyen aveva spostato la loro natura combinando quella liberale con il populismo.
Del governo italiano si sono impicciati tutti mostrando che ormai la politica è globale. Della convergenza tra Pd e Cinquestelle su Ursula ormai si sono accorti tutti. E di come per la governance europea una Italia alla ungherese fosse indigesta. Ma poi è arrivato Trump a dire che le letture troppo semplici non funzionano. Neanche quella di Europa contro Trump e governance contro sovranisti. Il capitalismo globale finanziarizzato sta in una stabile instabilità. La Gran Bretagna lo conferma.
La Lega è stata incerta se votare Ursula Von der Leyen. Ha scelto il no magari pensando che perdesse. E anche come sovranista si è messa in proprio rispetto a Trump. Da lì il rilancio e poi i problemi.
Il Pd e il mondo intorno (anche i mass media amici) sono entrati in una contraddizione enorme. Il partito del governo europeo, fedele esecutore, mostrava esigenze e calcoli propri diversi dal governo europeo. Ma non per differenze politiche. Ma perché la fedeltà da sola non fa consenso. E il Pd il consenso lo ha perso e con esso l'impianto bipolare. Alla fine si è adeguato. Ma se lascia intatto l'impianto bipolare investe su un accordo organico con i Cinquestelle che appare velleitario. E rischia di trovarsi con i Cinquestelle che decidono volta per volta il governo.
I Cinquestelle sono diventati più liberali ma restano populisti. Continuano ad aspirare a vocazioni maggoritarie trasversali come il Pd.
La Sinistra stavolta ha avuto una connessione non politicista con la gente e le sue paure. Ha nel suo bagaglio il costituzionalismo, la critica della seconda repubblica, il proporzionale come messa in sicurezza dai rischi, idee alternative ai populisti e alla Europa reale. 
Vedremo dove andrà il mix che si è messo in moto. Ad esempio sulla manovra a partire dalle pensioni e dalla austerità. 
Mettere in campo lotte e proposte alternative restando altro dal governo (se ci sarà) è una cosa buona e possibile.

Condividi