di Fosco Taccini

Oggi è la Giornata mondiale della libertà di stampa. Questa data ricorre quest’anno in un momento in cui appare sempre più importante sottolineare il ruolo cardine dei giornalisti nella democrazia. Infatti, in vari momenti di questa grave crisi sanitaria, causata dal virus Covid-19, alcuni governi hanno sottoposto a misure di arresto i giornalisti. Questi giornalisti arrestati avevano soltanto pubblicato articoli critici nei riguardi delle misure adottate dai loro governi per contrastare il nuovo Coronavirus. Alcuni governi, come se non bastasse, hanno anche esteso le misure di sorveglianza ed emanato leggi ad hoc.
“La pandemia di Covid-19 sottolinea e amplifica le molte crisi che minacciano il diritto a un’informazione libera, indipendente, varia e affidabile”. Così è stata sottolineata la grave situazione nell’edizione 2020 del World Press Freedom Index, pubblicata da Reporters Sans Frontières (RSF) sul finire di aprile.
A tinteggiare con tonalità ancora più fosche è stato, inoltre, il rapporto annuale della Piattaforma del Consiglio d'Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti. Infatti, nel rapporto si indica che aumentano violenze e intimidazioni contro i media in molti dei 47 Paesi membri del Consiglio d’Europa, al punto che gli attacchi alla libertà di stampa rischiano di diventare una nuova normalità.
Volgendo lo sguardo al mondo nel suo complesso purtroppo le minacce spesso si traducono in omicidi, come confermano drammaticamente i dati dei primi mesi del 2020: 11 giornalisti uccisi. Inoltre, il numero di Paesi considerati sicuri continua drasticamente a diminuire: infatti, solo il 24% tra 180 Paesi ha fatto rilevare un livello di libertà di stampa ottimale o soddisfacente nel 2019, rispetto al 26% del 2018 e il 27% del 2017.
La data del 3 maggio è stata scelta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in riferimento all’anniversario della Dichiarazione di Windhoek. Questa dichiarazione costituisce un documento fondamentale sull'importanza dei principi in difesa del pluralismo e dell’indipendenza dei media promulgato dai giornalisti africani a Windhoek - capitale della Namibia -  in conclusione di un seminario organizzato dall'Unesco dal 29 aprile al 3 maggio 1991. 
È doveroso ricordare, non oggi ma tutti i giorni, che la libertà di stampa è fondamentale per la libertà di ogni persona di essere informata. Infatti, solo se si è correttamente informati si possono compiere le scelte adeguate per la vita di tutti i giorni e per il futuro. Infine, ogni giornalista dovrebbe poter svolgere il proprio lavoro senza la spada di Damocle delle minacce (sia verbali che fisiche) e della possibilità di perdere il lavoro (molte volte oltretutto precario).

 

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