di Mario Capanna

Tristo è quel discepolo
che non avanza il maestro.

(L. Da Vinci)
 
Cari studenti,
mi rivolgo a voi consapevole di non avere altro titolo per farlo, se non la condivisione della vostra lotta e la solidarietà con il vostro impegno.
Considero un segno dei tempi il fatto che vi siete sollevati – nelle università italiane, americane, europee e in quelle di quasi tutto il mondo.
Il vostro impegno è esemplare: a fianco dei diritti inalienabili del popolo palestinese, contro la disumana carneficina che Israele va compiendo a Gaza e nei territori occupati della Cisgiordania, per il cessate il fuoco, per la pace contro la devastazione della guerra, e per uno studio critico, finalizzato a capire la complessità del mondo, per trasformarlo in meglio.
  Avete avuto l’intelligenza di sottrarvi al “pensiero unico” dominante. Per cui stare al vostro fianco è piacevole, per chi non si è mai rassegnato alle ipocrisie dell’esistente.
La risposta dei poteri è, ovunque, la solita: non il dialogo, il voler capire, ma la repressione. Un riflesso condizionato, come avvenne già nel Sessantotto. Un segnale di debolezza, in ultima analisi, di fronte alla forza, morale e culturale, delle vostre idee, che, voglio sperare, non avrà altro esito che l’allargamento della vostra lotta.
Preparatevi, perché gli attacchi contro di voi aumenteranno. Già ora cercano di delegittimarvi, affermando che siete una minoranza… turbolenta e antidemocratica…
Ignorano, gli interessati critici , che tutti i grandi mutamenti della storia sono stati iniziati da minoranze, capaci poi di coinvolgere la maggioranza dei cittadini. E’ stato così, solo per fare un esempio, con la rivoluzione francese.
La migliore risposta è data dalla vostra determinazione e dal vostro coraggio,  risposta che si troverà rafforzata se manterrete la lotta sempre alla luce del sole, in modo nonviolento e radicalmente pacifico.
Mi pare di capire che state sperimentando una preziosa alchimia: il passaggio dall’io al noi. L’io che, lungi dall’annullarsi, si amplia nella solidarietà comune, nel contatto e nell’impegno diretto fra persone: è questa la base insostituibile della vostra forza di trasformazione.
E’ il “segreto” per cui si capisce che, da solo, ognuno di noi è piccolo, ma come parte del mondo è immenso come l’universo.
Vi auguro di non stancarvi. Se renderete durevole la vostra mobilitazione, essa diventerà un fattore importante di risveglio dell’intera società. Sicché avete una grande responsabilità. Sono certo che la onorerete.
Vi ringrazio e vi saluto con speranza, molto affetto e stima.

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