di Stefano Vinti // associazione culturale Umbrialeft

Le riflessioni di Luciano Canfora sui giganti del comunismo novecentesco nel loro rapporto con la categoria del ‘cesarismo’ e del ‘bonapartismo’

Dopo Togliatti e Gramsci, riprendiamo dalla postfazione di Luciano Canfora al libro ‘Le guerre di Cesare’ scritto da Napoleone, i suoi commenti sui giganti del comunismo novecentesco nel loro rapporto con la categoria del ‘cesarismo’ e del ‘bonapartismo’. Questa volta, sotto le lenti d’ingrandimento dello storico, è messo V. I. Lenin.

“...totale assenza del nome di Cesare nei sei ricchissimi volumi delle ‘Opere Scelte’ (ampia selezione) di Lenin stampati a Mosca in tutte le principali lingue del mondo. Il nome di Cesare figura unicamente in un estratto delle ‘Lezioni sulla filosofia della storia’ di Hegel (compilato da Lenin nella prima metà del 1915). Qui, come nel restante contesto, si tratta di parole di Hegel, inframezzate da riassunti di Lenin.

Eccole: ‘Egli (Cesare) ha assopito l’eterna contraddizione (sopprimendo la Repubblica che era già un’’ombra’) e ne ha suscitata una nuova’ (Opere Scelte, III pag. 567). Le parole in parentesi sono di Lenin e riassumono il più ampio contesto hegeliano. Sul margine Lenin si limita a cavare questo succo della lettura: ‘Hegel e la contraddizione’, ma nulla che riguardi Cesare. La ragione di questa assenza è chiara per gli uomini del XX secolo il cesarismo ha ormai un altro nome, quello di ‘bonapartismo’ (nelle due facce del I e del II Napoleone). E infatti quando il movimento comunista si spacca col drammatico ‘scisma’ di Trockij, quest’ultimo accuserà Stalin di aspirazioni bonapartiste, non di ‘cesarismo’.

Canfora ripropone la questione attualissima dei ‘pieni poteri’ e della riduzione del ruolo del Parlamento, attraverso l’idea dei leader comunisti sul cesarismo e il bonapartismo.

Chi vuole oggi cambiare questo terribile mondo, deve continuare ad attingere al pensiero e le idee del passato, pur sapendo che non sono sufficienti e completamente adeguate nel movimento della storia”.

Condividi