di Alfonso Gianni.

Continua il girotondo irresponsabile sulla legge elettorale. Il Pd ha fatto votare in Commissione un orrido testo, il Fiano-Rosatellum. Ma pare immediatamente pronto ad abbandonarlo a favore di un simil tedesco, che a Berlusconi non dispiacerebbe, ma alla Lega e ai 5stelle non va. O forse non del tutto. Renzi parla di elezioni anticipate il 24 settembre. Perché ritiene sia meglio farle prima di una legge di bilancio che si preannuncia impopolare. Ma già si mettono in moto frenatori da più parti. Quindi tutto possibile quanto improbabile. Solo una cosa è certa. E su questa bisognerebbe lavorare. Anche se andasse in porto il miglior sistema proporzionale alla tedesca, rimarrà in vita uno sbarramento in basso. Più probabilmente il 5 o il 4%, che non il 3%. In ogni caso nessuna forza della sinistra di alternativa da sola ce la farebbe. Per cui il tema è: unire le forze per permettere alla sinistra di avere una rappresentanza. La discriminante è la questione del centrosinistra, e di quello che significa in termini di continuità e di leggi disastrose come il Jos act. Chi si pone questo obiettivo finisce inevitabilmente al carro di Renzi, sempre che quest'ultimo lo voglia, visto che ora sembra puntare a una "grande coalizione" con il cavaliere. Quindi la prospettiva del centrosinistra o è sbagliata o è impossibile, o entrambe le cose. Qui si tratta di (ri)costruire la sinistra. E il passaggio elettorale in questo percorso non può essere saltato. Non basta la somma , che non fa il totale, dei micropartiti, il cui apporto di militanza non va disprezzato, ci vuole il concorso della sinistra diffusa e dispersa, organizzata nei comitati e nelle associazioni, quelli e quelle che hanno determinato grande parte della vittoria del No il 4 dicembre, che si battono per l'accoglienza dei migranti, che nelle istituzioni locali costruiscono nei modi e nei contenuti nuovi rapporti con la cittadinanza.

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