di Gian Filippo Della Croce

PERUGIA - I modesti attori che attualmente calcano le tavole del teatrino italiano della politica : pigri, svogliati o distratti, secondo i punti di vista, ovviamente non hanno letto o hanno fatto finta di leggere il copione che il capocomico Monti aveva sottoposto loro all’inizio della recita, pensando come al solito di improvvisare com’è nella migliore tradizione della politica italiana, che teatralmente si identifica con la commedia all’italiana. Invece il capocomico Monti, designato a quel ruolo per acclamazione da parte degli attori alla ricerca di un testo credibile da rappresentare a un pubblico sempre più impaziente, ha proposto una tragedia classica dove ci sono vincitori e vinti, morti e sopravissuti, il tutto cosparso di lacrime e sangue.

Forse qualcuno l’aveva anche letto quel copione, magari di sfuggita, ma non l’aveva capito bene, oppure impressionato dalla truculenza della trama ha deciso di non parlarne con nessuno, salvo poi dichiararsi sorpreso e dispiaciuto quando il capocomico ha cominciato ad assegnare le parti e a svelare i contenuti del testo. Sorpreso e dispiaciuto perché interpretare la parte assegnata significherebbe inimicarsi gran parte del pubblico, ma allora a chi è destinata la recita? Ai mercati ovviamente, pubblico particolare ed esigente, di elite, niente a che fare con il pubblico al quale quei modesti attori pensavano di destinare le loro interpretazioni e allora le cose sono due: o sono sbagliati gli attori o è sbagliato il capocomico, una realtà amara soprattutto per quegli interpreti provenienti dalle accademie teatrali di sinistra. Ma ormai è troppo tardi, tutto è pronto per la “prima”: i ruoli sono stati assegnati direttamente dal capocomico , come è nelle migliori tradizioni teatrali, agli attori non resta che accettare o rifiutare la parte, mentre il pubblico al quale era stata da essi promessa una commedia rumoreggia alla notizia che avrà invece una tragedia. Ma qualcuno a sinistra aveva veramente pensato che le cose sarebbero andate in modo diverso? A questo punto emerge in tutta la sua cruda realtà il problema della qualità degli attori, ovvero della classe dirigente, sicuramente non all’altezza del compito. Un esempio è quello della “rinuncia” da parte del PD, primo nei sondaggi, al momento della caduta di Berlusconi, di andare ad elezioni sicuramente vincenti adducendo la nobile ragione di non “traumatizzare” il paese. In pochi mesi quel sondaggio è stato capovolto e ora se si andasse a votare il PD ne uscirebbe tragicamente sconfitto e diviso, eppure in esso c’è chi ancora spera che da qui al 2013, data delle elezioni politiche, “qualcosa possa cambiare”. Ma quando si prende un copione in mano occorre leggerlo subito, per rendersi conto della trama e dei ruoli e decidere se accettarlo o rifiutarlo, oppure chiedere possibili modifiche, questo è il comportamento responsabile degli attori di qualità.

In sostanza è avvenuto ciò che doveva avvenire, ciò che era scritto nel copione che Monti ha presentato fin dall’inizio del suo mandato, in conseguenza di questa realtà, il premier ha tutto il diritto di chiedere agli interpreti il ruolo previsto dal copione che tutti hanno in mano e che quindi va dato per letto, ed è quindi legittima la domanda del capocomico agli attori di accettare o meno la parte assegnata, chissà se le proteste del loro pubblico potranno cambiare qualcosa?
 

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