di Gian Filippo Della Croce

PERUGIA - Metti una sera a cena dove si parla di politica e dove un commensale afferma che “ i politici sono animali furbissimi…..” e a te che hai della politica un’ idea un po’ più nobile, questa affermazione condita con una strizzata d’occhio che sta a significare che il tuo interlocutore la sa lunga, dia anche un po’ di fastidio, in quanto con tutto il rispetto verso gli animali non ti pare comunque molto edificante che chi dovrebbe rappresentare le istanze più alte della società venga paragonato a un qualche componente del regno animale. “Ma perché, sono animali…?.”

Domandi “perché hanno il fiuto, l’istinto e la ferocia….” E’ la riposta, e a questo punto tu capisci che il tuo interlocutore è assolutamente convinto di quello che dice e un dubbio ti assale : quanti la pensano come lui? Sì perché se fossero in molti, diciamo qualche milione di cittadini, bisognerà cominciare a preoccuparsi seriamente per il futuro della politica e dei politici in Italia. Ma non finisce qui perché altri commensali ,“addentrati” nelle faccende della politica, cominciano a parlare di “manovre”, “segnali”, “indizi”, che riguardano quello o quell’altro dei politici nostrani (voglio dire umbri). Ne parlano come se tutto fosse normale, e potrebbe anche esserlo se tutto facesse parte di una competizione sul “merito”, ma invece si parla soprattutto di competizione sul metodo, dove il “metodo” appartiene a quella sfera “animale” che il tuo interlocutore evocava all’inizio, perciò fatta di “fiuto, istinto, ferocia” elementi utilizzati ovviamente al raggiungimento dell’obiettivo finale: la conservazione della poltrona e dei relativi privilegi economici. Se poi ti azzardi a cercare di riportare la conversazione a livelli più “umani”, ti senti apostrofare “ ..ma come non lo sai?”, con risatine di compiacimento e nello stesso tempo di compassione al tuo indirizzo.

Allora cominci a capire che la conversazione è seria, al di là del luogo e dei modi in cui svolge e forse capisci anche che quel luogo e quel modo è forse uno dei pochi, probabilmente l’unico, per parlare di politica e politici di questi tempi e allora ti accorgi anche che la distanza fra te e gli argomenti nonché gli uomini di cui si parla (anche se paragonati ad animali) è veramente tanta. Perché è diventata così “tanta”? Perché i rappresentanti dei cittadini ai livelli più alti delle istituzioni democratiche debbono essere paragonati a “furbi animali”?

E soprattutto perché questa condizione, cioè l’animalità, deve apparire quasi come una virtù? Allora pensi che la tua concezione della politica è sbagliata o comunque ha bisogno di una seria revisione alla luce di tutto questo, ma nello stesso tempo ti viene da pensare che se le cose stanno effettivamente così un senso di nausea ti sale al cervello e non è l’effetto della cena a cui stai partecipando.
Si fa un grande parlare dei benefit e privilegi di quella che ormai viene etichettata( con molta esagerazione e cattiveria), come casta, facendo i conti in tasca a deputati e senatori, considerati i più pagati d’Europa, ma poi se vai a considerare in modo analitico il meccanismo che determina i loro privilegi, ci si rende conto anche che in altri paesi come Francia e Germania non solo i meccanismi sono gli stessi ma sono anche più consistenti , solo che non vengono gestiti in prima persona dal destinatario cioè dall’onorevole, ma direttamente dall’istituzione parlamentare che ne controlla rigidamente l’autenticità attraverso riscontri e pezze d’appoggio. Era così difficile farlo anche in Italia? Allora dove comincia e dove finisce la “furbizia animalesca” dei nostri politici?

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